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The Shrouds
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“The Shrouds – Segreti sepolti”, il film di David Cronenberg

L’ultimo film di David Cronenberg, The Shrouds – Segreti sepolti, presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, condensa molte delle tematiche della filmografia del regista canadese: la morte, il voyeurismo, la paranoia ed il complottismo, la centralità del corpo come oggetto di manipolazione, di speculazioni e di manie; tra le diverse pellicole del regista, quest’ultima opera rievoca lavori come Videodrome, Crash e Crimes of the Future.

Il protagonista, Karsh (Vincent Cassell), è un imprenditore molto particolare: dopo aver perso la moglie Becca (Diane Kruger), apre un cimitero dove i parenti dei defunti possono visionare i cadaveri dei propri cari nel tempo. Attraverso dei sudari ultratecnologici, è possibile monitorare i defunti: Karsh è il primo ad utilizzare questa tecnologia per monitorare la propria moglie, per rimanere legato a lei. Un giorno, il cimitero viene vandalizzato ed i dati dei sudari vengono piratati e resi inaccessibili: Karsh deve allora scoprire chi c’è dietro a questo evento, e non sarà facile.

Con The Shrouds ci immergiamo in un’opera densa, dove il protagonista si ritrova invischiato in una situazione assurda, vittima di un complotto difficile da districare e vittima della sua ossessione per la figura della moglie: il corpo di Becca è, per Karsh, il senso della sua esistenza e del loro rapporto. L’ossessione di Karsh rispecchia la fissazione di Cronenberg per i corpi: nelle opere del regista, corpo e mente sono un’unica cosa, le mutazioni che il fisico subisce si ripercuotono sulla psiche e viceversa. E questa ossessione materiale nasce dalla convinzione che l’unica esistenza riconosciuta sia quella fisica, escludendo ogni possibilità di esistenze ultraterrene e metafisiche.

The Shrouds è ricco di dialoghi: la regia è ponderata, la tensione non è alta, ma la struttura dell’indagine di Karsh riesce ugualmente a mantenere un ritmo efficace. Ma, come scritto, oltre a questi aspetti, nell’opera è fondamentale il cospirazionismo, dove reale e finzione si mescolano: una paranoia che parla di spionaggio internazionale e che vuole metterci in guardia sui rischi della pervasiva presenza della tecnologia nelle nostre vite. The Shrouds è, infine, un film sull’elaborazione del lutto (Cronenberg cominciò a sviluppare questo progetto a seguito della morte della moglie e Karsh è il palese alter ego dell’autore). Nell’enigmatico e controverso finale, sospeso tra realtà e sogno, è evidente che Karsh sia riuscito ad “andare oltre” rispetto alla sua condizione iniziale, superando in parte la morte di Becca. Ma diversi indizi ci fanno capire che l’uomo rimane sempre legato alla fisicità della realtà, alla materia, pur aprendo la sua persona a nuove possibilità, ad una nuova esistenza.

Silvio Gobbi