Quest’edicola sacra sorge in località Pieve, a poche centinaia di metri dall’ingresso orientale in città lungo l’antica via Septempedana, ed è ritenuta dalla tradizione popolare una delle soste della miracolosa traslazione del santo patrono Severino vescovo. È stata evidentemente riedificata nel secolo XIX in forme elegantemente neogotiche, così come scrive Raoul Paciaroni nel suo studio del 2000 intitolato “San Pacifichittu”.
Al suo interno vi è un piccolo altare nella tipica pietra di gesso locale al di sopra del quale, entro una nicchia ogivale è incassato quel che resta di un dipinto a olio su tela, inchiodato su una tavola. L’opera è di Filippo Bigioli, inquadrata in una sorta di costrutto che evoca un bifora gotica dipinta in marrone su fondo oro, e rappresentava la Vergine Maria con ai piedi, entro due vani separati dal simulato costrutto architettonico, i santi Severino a sinistra e Pacifico a destra.
![](https://www.ilsettempedano.it/wp-content/uploads/2022/10/Edicola-neogotica-4-300x200.jpg)
Il dipinto deturpato dai ladri che ne hanno asportato la porzione mediana e parte delle decorazioni interne dell’edicola
Il dipinto, come ricorda Paciaroni, è stato deturpato e parzialmente rubato tagliando la parte centrale con le figure dei due compatroni e, quel che ne resta, è attualmente in completo degrado.
Qualche anno fa il tetto in coppi dell’edicola è stato oggetto di manutenzione. La stessa attenzione meriterebbero le decorazioni murali interne a tempera e il bel cancello in legno curvato che è evidentemente ancora quello originale. Meriterebbe anche un attento restauro quel che resta del dipinto su tela, magari completandolo con una stampa di quanto è stato sottratto, in maniera di restituirgli la completa leggibilità.
Si tratta nel complesso di un modesto edificio, è vero, ma di indubbio valore storico e architettonico, unico edificio di significativo gusto neogotico nella nostra città.
Luca Maria Cristini