Nella notte ci sono state molte scosse di assestamento. La più forte è stata registrata dai sismografi alle 5.17 di questa mattina: aveva una magnitudo di 4.5 ed epicento nel Reatino. Intanto è salito a 247 il numero delle vittime di questa immane sciagura che ha colpito il centro Italia e anche le nostre Marche. Ma purtroppo la cifra è solo provvisoria. Si continua a scavare per cercare qualcuno miracolosamente ancora vivo sotto le macerie.
Intanto, vi proponiamo un racconto dell’altra notte, a cura di Luca Muscolini.
Una sveglia adrenalinica. Che ha suggerito a molti settempedani di evitare di tornare sotto le lenzuola, nelle proprie abitazioni. Il sisma che ha avuto come epicentro la zona tra Accumoli e Amatrice, alle 3.36 di ieri mattina, ha risvegliato antichi fantasmi nel centro e nelle campagne di San Severino, riportando alla mente di molti gli attimi terribili del terremoto del 1997. A distanza di 19 anni le paure sono le stesse. Quella di chi abita in una zona sismica e che anche di rimbalzo, considerato l’epicentro non vicinissimo, avverte i fremiti della paura. Subito dopo la prima scossa, luci accese nei condomini e nella gran parte delle abitazioni del centro. Qualcuno colloquia con i vicini dalla finestra e si rassicura. Tanti decidono che il sonno può attendere. Nella centralissima piazza del Popolo la gente arriva a grappoli. Si scambiano battute, si rivelano i reciproci timori nella speranza di esorcizzarli ed alla fine si fa colazione insieme. I bar aperti nell’ovale ed alle porte di San Severino vengono presi d’assalto. Poi? I più coraggiosi decidono che può bastare e fanno ritorno a casa. Altri optano per proseguire la levataccia gironzolando in auto. Sembra di essere in pieno giorno a giudicare dal traffico automobilistico consistente. Una barista si accinge ad iniziare il turno diurno allo Sport Bar, alle cinque del mattino imbocca via Settempeda e scorge la sagoma di un’anziana signora che, in vestaglia, fissa la propria abitazione dall’esterno, indecisa sul da farsi. I bimbi vengono trasportati nelle macchine dei genitori, dove proseguono in qualche maniera a dormire fino alle luci dell’alba. L’impiegata Manuela Mataloni in giornata dà una mano alla Borgiani’s Hut al compagno Graziano. Non cela il terrore. “Il terremoto mi manda in panico. Appena ho avvertito la prima scossa sono scappata con Graziano nel cortile davanti all’appartamento, in vestaglia, scalza! Diversi del nostro palazzo ci hanno seguiti. Non sono più tornata a dormire. Ho paura che l’evento si ripeta. Alle crepe dei muri divisori penseremo poi. Dopo aver superato il momento critico”. Intanto si susseguono le perizie della Protezione civile all’interno degli immobili. Diverse sono le abitazioni che hanno riportato crepe. Soprattutto nelle frazioni. Ma l’importante è che a San Severino non si sono registrati feriti. Per la notte seguente ci si ingegna. Coperte a portata di mano, bagaglio alla mano, pronti a tutto. Qualcuno opta per soluzioni originali, tenendo elmi della Wehrmacht, cimeli del secondo conflitto mondiale, sul comodino. Non si sa mai…
Luca Muscolini