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Pietà, di Lorenzo D'Alessandro, particolare
Pietà, di Lorenzo D'Alessandro, particolare

Lorenzo D’Alessandro e l’altro Rinascimento

L’opera e l’innovazione apportata dalla pittura dei fratelli Salimbeni a Sanseverino hanno inevitabilmente generato una fertile scia culturale, ponendosi come riferimento per intere generazioni di artisti in tutta la Marca. Fra questi Lorenzo d’Alessandro, detto il Severinate (Sanseverino 1445 ca. -1501), che non a caso definisce se stesso come il “secondo Lorenzo”, rappresenta la più diretta e naturale evoluzione del Gotico internazionale dei Salimbeni.

A distanza di una sola generazione, la scuola pittorica settempedana avvia una nuova stagione figurativa, nella quale il modello “gotico internazionale o cortese” viene tradotto, riformulato e superato nella direzione delle nuove istanze rinascimentali provenienti dalla parte occidentale della Penisola.

Ecco che Lorenzo d’Alessandro ha saputo trovare, a modo suo, una sintesi tra l’ancora dominante cultura gotica e una sensibilità più moderna, umanistica, sviluppando un linguaggio delicato ed una narrazione quasi intima dei fatti sacri, influenzato dalla ricchezza estrosa e visionaria dei Veneti, con evidente riferimento ai fratelli Crivelli.

Tali spunti li seppe leggere e modulare in una visione pittorica composta e sentimentale, così come sarà anche per la solenne pittura di Niccolò di Liberatore, detto l’Alunno, umbro di ascendenze artistiche toscane, che tanta influenza ebbe sulla maniera di dipingere del Severinate. Questi ebbe una profonda impressione e una netta virata artistica grazie all’arrivo del rutilante polittico dell’Alunno nella chiesa Collegiata della città datato 1468.

Dobbiamo a Pietro Zampetti e ad Antonio Paolucci, che scrisse un fondamentale testo su “Paragone” nel marzo 1974, consacrazione critica di questo grande artefice; fu poi Federico Zeri che ne studiò compiutamente il regesto dell’opera, attribuendogli quest’opera magistrale e definendolo “il più grande pittore rinascimentale delle Marche”.

Pietà, di Lorenzo d’Alessandro

Questa tavola, bisognosa di interventi per il grave deperimento del supporto, giace oggi miseramente imballata nell’incapacità di chi non è stato in grado di trasferire altrove l’allestimento della Pinacoteca “P. Tacchi Venturi”, giornalmente esposta al saccheggio di opere che ne stanno snaturando il valore testimoniale nell’indifferenza generale.

Luca Maria Cristini

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