Due cugini, David (Jesse Eisenberg) e Benji (Kieran Culkin), ebrei statunitensi, partono per un viaggio in Polonia, per visitare i luoghi abbandonati dalla nonna per scampare dallo sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. David e Benji sono diversissimi tra di loro: il primo, è concreto, ansioso e preciso; il secondo, vive alla giornata, ma sa essere empatico con gli altri, è aperto e di gran compagnia. Il viaggio in Polonia è un’occasione per far riavvicinare i due cugini, facendo riaffiorare molte cose che non si sono detti negli ultimi tempi.
A Real Pain è scritto e diretto (e interpretato) dall’attore Jesse Eisenberg, ed è tratto da un’opera teatrale di Eisenberg stesso. È una commedia, è un dramma, è un film intimista con venature storiche e sociali, è un road movie: A Real Pain raccoglie tanti generi in sé per raccontare un’autentica storia, una vicenda divertente e commovente, rimanendo sempre stabilmente sui binari della realtà e della verosimiglianza, grazie ad una sceneggiatura scritta precisamente e ricca di tante trovate interessanti.
Grazie al viaggio, David e Benji parlano tra di loro, si confrontano con le persone che incontrano, scoprono loro stessi, crescono, fanno emergere i pensieri che si sono nascosti da tempo: ripercorrendo il passato della nonna, visitando le città polacche, i ghetti ebraici, il campo di concentramento, ripercorrendo la Shoah attraverso i luoghi dell’olocausto, il rapporto tra i due cugini si riattiva, altalenando tra situazioni drammatiche e comiche, tra amarezza e affetto.
Questo viaggio alla scoperta delle radici ebraiche nell’Est Europa, può rievocare Ogni cosa è illuminata (Liev Schreiber, 2005), dove il giovane ebreo statunitense, Jonathan, si recava in Ucraina per scoprire la storia di suo nonno, salvatosi anch’esso dallo sterminio degli ebrei. A differenza dell’opera di Schreiber (tratta, ricordiamo, dal romanzo autobiografico e omonimo di Jonathan Safran Foer), l’opera di Eisenberg è meno triste e meno lirica, ma non per questo meno efficace. In A Real Pain, il dolore è maggiormente scandito dai toni della commedia, la vicenda si caratterizza per una certa vivacità costantemente presente, anche nei momenti di sofferenza. È un film ben curato in ogni suo aspetto, particolarmente dettagliati sono i due protagonisti: David e Benji mostrano dei caratteri così sfaccettati da rimanere per forza impressi (specialmente Benji). Come sanno legare con le persone che partecipano al tour polacco, sanno legarsi con il pubblico in sala: questa coppia di cugini è talmente autentica da sembrare reale, una sintonia senza stonature che durerà nel tempo e verrà ricordata; tra i due c’è un affetto fraterno raramente rappresentato, sul grande schermo (e non solo), in maniera così riuscita.
A Real Pain ha già vinto il Golden Globe “Migliore attore non protagonista” (Kieran Culkin), due BAFTA (“Migliore sceneggiatura originale” e “Migliore attore non protagonista”) e concorrerà agli Oscar per le categorie “Migliore sceneggiatura originale” (Jesse Eisenberg) e “Miglior attore non protagonista” (Kieran Culkin).
Silvio Gobbi