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I protagonisti della "rimpatriata" con mister Venturini

Settempeda, è amarcord con mister Marco Venturini

Scortichini, Cipolletti, Gheroni, Santolini, Cantagalli, Togni, Bucosse, Gobbi, Sfrappini, Nissoli, Postacchini. A disposizione Pacella, Menotti, Cialoni, Sbriccoli e Juvalè. E’ la Settempeda del 1981, una delle più forti della storia biancorossa. Alla guida di quella squadra c’era un giovane Marco Venturini, alla sua prima esperienza sulla panchina di San Severino. Il tecnico maceratese è tornato poi ad allenare la Settempeda più volte e il suo “timbro calcistico” è rimasto impresso nella memoria storica del calcio locale. Tanto che molti giocatori degli anni ’80 e ’90, da lui mandati in campo proprio a San Severino, hanno voluto organizzargli una bella “rimpatriata” in ricordo di quei tempi vissuti insieme. L’idea è venuta a Paolo Paoloni, ex calciatore di talento e oggi assessore comunale allo Sport, ed è stata concretizzata col supporto di Raniero Gentili, mister alla Robur di Macerata. Chi ormai senza capelli, chi tutto “imbiancato”, chi un po’ sovrappeso, chi invece ancora perfettamente in forma a dispetto dell’età che inesorabilmente avanza: in molti non sono voluti mancare all’appuntamento presso la pizzeria LK Ristoro di Parolito. C’erano, fra gli altri, il trainer jesino Sauro Bacci e quell’Emanuele Ruggeri che oggi guida la Settempeda in Seconda categoria, dopo esserne stato a lungo il capitano. “Fu proprio Marco Vanturini a farmi debuttare con la maglia biancorossa nel lontano 1986 – racconta ‘Lele’ – quando non avevo ancora compiuto 15 anni”. “Io arrivai più tardi – spiega invece Paoloni – ma la Settempeda di quella memorabile stagione giunse seconda nel girone B di Promozione alle spalle del Tolentino”. Presidente era Renato Raimondi, affiancato dal ds Antonio Falistocco. Tanti i ricordi – anche in memoria di chi non c’è più come Gigi Gheroni – e gli aneddoti raccontati durante la cena. Mister Venturini, classe 1942, ha smesso di allenare da 13 anni, chiudendo la carriera in Eccellenza: “Da allora non ha più messo piede in campo – dice il figlio Riccardo, che lo ha accompagnato a San Severino –, il calcio però continua a seguirlo, anche se solo in tv, perché resta pur sempre la sua grande passione”.

m. g.

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