Tra gli insediamenti fuori dal circuito murato della città di Sanseverino, oltre al Borgo Conce, desta molto interesse il Borgo di Fontenuova (44), rappresentato come importante presidio di accesso alla città nel quadrivio formato all’incrocio tra la strada Roma – Ancona e quella che collegava San Severino con i castelli e le ville del suo vastissimo territorio settentrionale. Il borgo, sorto in prossimità dell’antico Ponte di San Severino (49), è delimitato da quattro archi onorari (41, 42, 43). La legenda della mappa di San Severino del 1640 delineata da Cipriano Divini, da cui ho tratto l’immagine, ne richiama la dedicazione ad influenti personalità del Governo pontificio. Questi archi, oggi non più esistenti, erano dedicati a papa Urbano VIII (1568-1644) e al cardinale Erminio Valenti (Trevi 1563-1618) probabilmente Segretario di Stato, ovvero capo del governo pontificio, al tempo della loro erezione. Per avere un’idea di come potessero essere si può vedere l’Arco Clementino di Jesi, ancora oggi esistente al termine di Corso Matteotti.
- L’Arco Clementino di Jesi ci dà l’idea di come potessero essere i quattro archi onorari di Borgo Fontenuova
- La “fonte nuova”, costruita nel secolo XVI, da cui deriva il nome lo stesso borgo
È interessante leggere la descrizione che il Talpa nel Settecento dà del vivace Borgo di Fontenuova, dotato di: “comode osterie, ed alberghi per forestieri, con case, e botteghe di tutte quelle arti, che possono aver bisogno i passeggeri”. Una vera e propria moderna Area di Servizio lungo l’importante direttrice di traffico e di commercio che connetteva Roma ad Ancona e viceversa.
Nell’accurata descrizione grafica del Borgo Fontenuova, oltre ai già ricordati quattro solenni archi, si trova la memoria visiva della scomparsa chiesa di Santa Maria di Chiaravalle (24) e anche di due torri colombaie.
Di recente è stato edito un piccolo libricino di memorie relative al borgo e alle attività presenti nella seconda metà del Novecento: vi erano ancora falegnami, osterie, calzolai, fabbri; un microcosmo di piccoli esercenti che erano ancora il retaggio di quell’antica “area di servizio” con meccanici e ‘Autogrill’ sull’antica via Septempedana.
In un tempo in cui si va riscoprendo la cosiddetta “mobilità dolce” a piedi e in bicicletta, chissà che non si possa riattivare la funzione di questo crocevia con la realizzazione di una passerella sull’antico ponte degli Smeducci e l’apertura di un varco al di sotto della variante, che con un muro di cemento negli anni ‘70 ne ha letteralmente tappato il ramo nord.
Luca Maria Cristini
- Il libro su Fontenuova a cura di Umberto Ferroni