Home | Consigliati | Petracci: “Nella Banda Mario si parlavano almeno 8 lingue”
Euro Net San Severino Marche
L'intervento di Matteo Petracci

Petracci: “Nella Banda Mario si parlavano almeno 8 lingue”

“Oggi ricordiamo, in questo luogo, l’eroico gesto di chi diede la propria vita per difendere i valori di libertà, democrazia, tolleranza e solidarietà; valori che dobbiamo impegnarci a condividere, rilanciare e rievocare. Come persone, come appartenenti ad una comunità, come cittadini di una nazione, dovremo continuare ad interrogarci sul significato vero di queste parole”. Così il sindaco Rosa Piermattei nel discorso ufficiale pronunciato in occasione della cerimonia che ha ricordato gli eccidi di Chigiano e Valdiola e il 74esimo anniversario della Liberazione.
“Abbiamo bisogno di unità – ha poi aggiunto -. Abbiamo bisogno che tutte le questioni che ci dividono vengano per il momento messe da parte, perché l’unità necessaria non venga turbata”.

Ogni anno, come noto, la sezione dell’Anpi e il Comune di San Severino si ritrovano, assieme ai rappresentanti di altri Comuni e dell’Anpi regionale, in una cerimonia che ha l’intento di aiutare a non dimenticare. Stavolta l’orazione ufficiale, dopo la messa e il saluto delle autorità, è stata affidata a Matteo Petracci, storico e scrittore, autore di alcune importanti pubblicazioni sulla Resistenza nel Maceratese.

Petracci da tempo è impegnato in una ricerca sui partigiani somali, eritrei ed etiopici che hanno combattuto con la Banda Mario nell’area del Monte San Vicino. A questa ricerca ha dedicato il suo intervento nel corso del quale, mostrando due foto e spiegandone il significato, ha anche ricordato come la Banda Mario fosse, in realtà, una banda multietnica dove si parlavano almeno otto lingue diverse e dove avevano trovato posto donne e uomini di tutti i Paesi. “Il requisito era la buona volontà, non la nazionalità – ha sottolineato Petracci ricordando poi le cronache dei nostri giorni -. Tutti scappavano dalle persecuzioni e dalla morte, e tutti avevano il Monte San Vicino come punto di riferimento. Tutti sapevano che qui avrebbero trovato tregua e ospitalità”.

Centro Medico Blu Gallery