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Federica Coccettini intervistata dal Tg1
Federica Coccettini intervistata dal Tg1

Da chef a carbonaia: Tg1 dedica un servizio a Federica

Articolo tratto da “CultMarche.it”

Da giovane cuoca a carbonaia, per recuperare la tradizione di famiglia. Si chiama Federica Coccettini, ha 29 anni ed è di San Severino. La giovane imprenditrice, cuoca per passione e professione, ha deciso di abbandonare il cappello da chef per cimentarsi con legna e carbone. Scelta coraggiosa che ha catturato l’interesse del Tg1 Rai, che gli ha dedicato un servizio. Dopo il diploma all’Istituto Alberghiero di Cingoli, Federica ha iniziato la sua avventura come cuoca a 19 anni a Roma per poi lavorare in molti ristoranti del nord e centro Italia fino ad aprire una piccola gastronomia. La decisione di tornare alle origini arriva però all’improvviso quando Federica, ai fornelli preferisce la tradizione familiare.

La famiglia Coccettini, tra le montagne di San Severino coltiva ulivi, cereali e foraggi, ma la vera vocazione è quella dei carbonai, attività tramandata di generazione in generazione. Federica, come spiega la Coldiretti di Macerata, decide quindi di lasciar da parte il mestiere di cuoca e, sotto la guida di papà Angelo e della nonna impara a fare il carbone secondo l’usanza tradizionale. Per prima cosa viene realizzato il camino, ovvero la canna fumaria dalla quale si farà partire la combustione, e intorno vengono disposti in cerchio i tronchetti, fino a formare una sorta di capanna rotonda. Un’opera minuziosa, dove è di vitale importanza limitare il più possibile gli spazi vuoti. La catasta viene quindi ricoperta di terra e muschio, in modo da ridurre al minimo l’aria all’interno e permettere la combustione lenta senza fiamma, trasformando la legna in carbone.

Un’operazione che tra preparazione della catasta, accensione ed estrazione del carbone richiede circa una settimana. Lavoro non facile, tanto che a volte, quando la carbonaia è accesa, a Federica capita di dover vegliare la notte per evitare il rischio che si sprigionino le fiamme, mandando a monte il prezioso contenuto. Il carbone prodotto viene venduto direttamente ai consumatori, anche nei Mercati di Campagna Amica nel territorio maceratese. Un esempio di un trend che negli ultimi anni, secondo Coldiretti, ha visto la nascita di esperienze di filiera corta aziendale per la vendita diretta ai cittadini o a ristoranti, spesso spinte proprio dal ritorno di giovani che hanno deciso di recuperare il mestiere di genitori, nonni e bisnonni. Secondo una stima Coldiretti su dati Fao, nelle foreste italiane se ne producono all’anno circa 10 milioni di chili, un terzo rispetto a vent’anni fa. Un’opportunità occupazionale per chi vive nelle zone interne, anche per frenare il rischio dello spopolamento. Negli ultimi venti anni sono molte le aziende agricole delle aree montane e svantaggiate costrette, infatti, a chiudere i battenti per la mancanza di concrete opportunità economiche e sociali, facendo venir meno la costante attività di custodia, di valorizzazione, di protezione e di sorveglianza del bosco. «Per i giovani carbonai tricolori resta però forte la concorrenza del carbone straniero – denunciano il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili, e il direttore Giordano Nasini – , spesso di minor qualità e venduto per questo a prezzi più bassi».

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