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La trama fenicia
La trama fenicia

Wes Anderson torna al cinema con “La trama fenicia”

Wes Anderson torna al cinema con La trama fenicia, un film che rispecchia fedelmente lo stile, ormai assodato, del regista: meticolosi movimenti di macchina, colori pastello, ambientazioni piene di dettagli e situazioni surreali a non finire. L’opera è stata presentata in concorso al Festival di Cannes 2025 e, oltre ad essere ricca dei manierismi sopra citati, è caratterizzata da una trama intrigante e dal tono ritmato.

La storia è ambientata nel 1950: Zsa-Zsa Korda (Benicio del Toro), un affarista truffaldino scampato a diversi attentati alla sua persona, ha in mente un progetto faraonico per una mega-infrastruttura in una immaginaria terra tra nord Africa e vicino Oriente. Deve convincere diversi investitori per ottenere i fondi necessari e coinvolge nell’operazione sua figlia, Liesl (Mia Threapleton), una ragazza pronta a diventare suora: Liesl accetta di accompagnare il padre nel viaggio, e la loro assurda avventura cambierà la vita di entrambi.

Nel corso degli anni, Wes Anderson ha sempre più legato le sue storie alla forma con cui le ha rappresentate. Sceneggiatura ed immagine sono diventate inscindibili nelle opere del regista: Anderson è giunto ad una estetica perfetta, un’estetica che però, ultimamente, è stata sovrabbondante rispetto alla consistenza della trama (in opere come Asteroid City e The French Dispatch, questa eccessiva centralità dell’immagine rispetto alla sceneggiatura è evidente). Ne La trama fenicia, invece, pur essendo lo stile sempre puramente “andersoniano” (ricco anche di citazioni pittoriche, come René Magritte e Pierre-Auguste Renoir), la vicenda riesce ad emergere maggiormente: i caratteri dei protagonisti sono più approfonditi, sfumati e ricchi di dettagli, e lo svolgimento ha un interessante sviluppo. La crescita dei protagonisti è maggiormente curata, e le mutazioni caratteriali di Zsa-Zsa e Liesl, attraverso esperienze buffe e crude al contempo, riescono a farci ricordare, un po’ di più, il Wes Anderson di qualche anno fa.

Nonostante le belle ambientazioni, il cinema di Anderson è sempre caratterizzato anche da temi cupi come il tradimento, la morte, il suicidio, l’incesto (ricordiamo I Tenenbaum), alternando commedia e dramma in maniera fluida. Così accade ne La trama fenicia: il regista racconta una storia vivace e dolorosa, attraverso un viaggio fiabesco ed assurdo. Zsa-Zsa si confronta con la vita e con la morte, con la coscienza ed i rimorsi, con i dubbi e le certezze. Subisce tanti attentati, sogna di essere giudicato da Dio (e dalle figure del suo passato), la morte è costantemente vicina all’uomo ed ai suoi cari (emblematico è il teschio che, di frequente, compare sul tavolo): grazie a questa rocambolesca avventura, tanto folle quanto catartica, Korda capisce che, in realtà, la felicità non è nel denaro, ma nella semplicità e nell’amore che, per tutta la vita, ha evitato.

Silvio Gobbi