Il Comune informa da lunedì 17 aprile, e fino a conclusione dei lavori di riqualificazione sismica della sede di palazzo Manuzzini, in via Salimbeni, la pinacoteca civica “Tacchi Venturi” rimarrà chiusa.
E’ questo il testo di un comunicato del Comune sulla chiusura della pinacoteca di fronte al quale resta l’incertezza sulla durata del cantiere, visto che si tratta di un intervento molto importante.
La notizia ha sollevato più di una perplessità e Claudio Scarponi, già assessore alla Cultura di San Severino, scrive così…
Succede come nelle autostrade, dove a fare i lavori e aprire i cantieri si arriva sempre sotto il periodo estivo, e giù a polemiche da destra a sinistra. Nei piccoli paesi del cratere sismico, e in particolare nel Comune che vanta la più importante pinacoteca del maceratese, San Severino, si decide di chiudere la struttura dal 17 aprile fino al termine dei lavori di riqualificazione sismica dell’attuale sede (la durata lavori non viene comunicata).
La bella notizia è il progetto di riqualificazione dell’antico Palazzo, quella brutta sarà la chiusura della Pinacoteca per un certo periodo, inclusa l’estate prossima. Domanda del cittadino semplice: ma non si poteva aprire il cantiere almeno a settembre? Quattro mesi dopo cosa sarebbe cambiato? Sapendo da mesi che si sarebbe aperto il cantiere, non era opportuno sgomberare le opere d’arte perché fossero trasferite e collocate nella nuova sede?
Potremmo scrivere milioni di righe per dire che come al solito qui le cose funzionano come in autostrada: giugno si rifanno i caselli, luglio gli spartitraffico, agosto l’asfalto. Poveri siamo e poveri vogliamo rimanere. Cerchiamo almeno di mantenere quel poco di turisti che si avvicinano alle zone montane impoverite dal sisma e tenere aperta una delle più importanti pinacoteche delle Marche in estate.
Inutili diventano altri eventi temporanei, se non comprendiamo che la prima risorsa della città sono i beni monumentali. Non serve intitolare una piazzetta a un illustre concittadino che con un gruppo di studiosi mirava a valorizzare questo patrimonio se poi non esiste una vera consapevolezza di quanto la storia ci ha lasciato e soprattutto un piano di valorizzazione e gestione di tali risorse.
Sono già CHIUSI causa danni sisma: il Duomo di Castello, la cattedrale di sant’Agostino, la chiesa della Pieve, il santuario del Glorioso. Se poi aggiungiamo che per lavori sono chiusi il museo archeologico di Castello per riallestimento, quello del Territorio e San Giuseppe in piazza, il quadro diventa un vero e proprio bollettino di guerra tra lavori, chiusure, imprevisti.
Chi vigila sui beni culturali di questa splendida città d’arte, che è anche divenuta capofila della rete museale dell’alta valle del Potenza senza però avere un museo aperto? Progettisti, tecnici, assessori chi ha deciso di chiudere la pinacoteca dal mese di aprile?
Una guida del Touring club recita: “La città più ricca di monumenti della provincia di Macerata è senza dubbio San Severino Marche”.
E per carità non ci presentate il cartellone della stagione estiva con spettacoli, cene, giocolieri, sagre della ceca e della braciola, che è un’offesa alla nostra storia.
Dimenticavo il Palazzo comunale, anch’esso chiuso per lavori, al cui interno c’è la Galleria d’arte moderna e contemporanea. Ma stanno togliendo l’impalcatura, abbiamo speranze…
Claudio Scarponi