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“Miracle”, il nuovo film del regista sudcoreano Lee Jang-hoon

Corea del Sud, anni Ottanta. Un piccolo villaggio è attraversato dalla ferrovia, ma non c’è la stazione: gli abitanti, per potersi spostare, dal momento in cui non ci sono altre strade, devono per forza camminare lungo i binari, stando attenti a non farsi investire dai treni di passaggio. Il giovane Joon-kyeong, studente liceale e genio della matematica, vuole a tutti i costi dotare di una stazione il suo paesino: in questo difficile desiderio, è appoggiato dalla sorella, Bo-kyeong, ed è aiutato da una compagna di classe innamorata di lui, Ra-hee. La costruzione di questa stazione sarà una vera esperienza formativa per Joon-kyeong, lo porterà ad affrontare i traumi mai superati della sua infanzia e a recuperare il rapporto difficile con il padre.

Miracle è il nuovo film del regista Lee Jang-hoon, una commedia dai toni drammatici e dalla regia lineare: l’autore sudcoreano ci racconta una storia di sofferenza e di gioia, con una sceneggiatura minuziosa, una scrittura fitta e dettagliata degli eventi e dei personaggi. Il protagonista, un ragazzo giovanissimo, buono e colmo di sofferenza, si trova ad affrontare un difficoltoso percorso di crescita, problematico come le rotaie che deve attraversare a piedi, ogni giorno, per poter andare a scuola. Lee Jang-hoon punta molto alle emozioni, alternando la riflessione alla risata, con una trama che si sviluppa in un percorso tortuoso come le montagne che circondano il villaggio, un ambiente antico ed intricato, distante dalla moderna Seul, che ben rispecchia il complesso rapporto tra padre e figlio, le due figure in conflitto di questo lungometraggio.

La crescita coinvolge entrambi, il ragazzo e l’adulto, e questa tanto desiderata stazione costruita dalla gente del villaggio, alla faccia delle lungaggini della burocrazia statale, diventa il luogo dove padre e figlio imparano a conoscersi e ad accettarsi veramente: il luogo dove il passato, il presente ed il futuro possono ricongiungersi e ritrovare l’armonia spezzata; un’armonia corroborata anche dall’amore, presente in molte forme e capace di fecondare le vite dei protagonisti (l’amore per il paesino, il sincero ed impacciato amore adolescenziale, l’amore per la matematica e l’astronomia del ragazzo, l’amore per la famiglia). Miracle, premiato con il Gelso d’Oro degli Audience Awards al Far East Film Festival 24 di Udine, è una storia densa dove si incontrano tante tematiche, individuali e collettive, storiche e di fantasia, intime e sociali, legate tutte dalla forza dei sogni, capaci di dare vita, quando assistiti da una ferrea volontà, a veri e propri miracoli inimmaginabili.

Silvio Gobbi

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