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Challengers: tennis, seduzione e potere nel film di Guadagnino

Dopo i giovani cannibali di Bones and All, Luca Guadagnino torna al cinema con i tennisti di Challengers. Questa volta, niente sangue misto a conflitto generazionale, ma tennis, potere e seduzione. La storia è ambientata tra il 2006 ed il 2019, i protagonisti sono Tashi (Zendaya), Art (Mike Faist) e Patrick (Josh O’Connor). I due ragazzi sono amici sin dall’infanzia e crescono giocando a tennis, sono degli emergenti in confronto a Tashi, la quale è già una giovanissima campionessa. I due conoscono la ragazza e se ne innamorano: in principio, Tashi si mette con Patrick, ma i due si lasciano – dopo un incidente della ragazza durante una partita – ed Art riesce a sposarla. Tashi diventa l’allenatrice di Art e lui diventa un campione, invece la carriera di Patrick non brilla. A tanti anni dalla fine della loro amicizia, Patrick ed Art si incontreranno ad un challenger (torneo utile per fornire ai partecipanti un migliore ranking per l’ammissione al torneo di prima categoria ATP Tour) e riemergerà la competizione tra i due per Tashi, la quale non è meramente una donna contesa, ma un’ottima burattinaia dei due uomini.

In questo nuovo film, Luca Guadagnino narra, tramite lo sport, una storia incentrata sul dominio: ogni partita a tennis diventa una relazione tesa, fatta di amore e odio tra gli sfidanti. L’amore è nella vittoria, nella supremazia, nel poter vincere l’avversario: ogni feroce colpo di racchetta è un tassello di questa faticosa relazione. Il triangolo tra Tashi, Art e Patrick è complesso, ed ognuno ha il proprio spazio: Tashi è la donna perspicace e talentuosa che affascina entrambi i ragazzi, Patrick è il maschio che brama più il possesso che l’amore, mentre Art è l’opposto di Patrick. Tashi intuisce la complementarietà dei due e per questo li desidera entrambi: Patrick per la forza irruente, Art per il migliore autocontrollo. La ragazza li avrà entrambi nell’arco degli anni: i due, da grandi amici, passeranno all’essere nemici fino alla riconciliazione finale. Il tutto, il distacco ed il riavvicinamento, verrà controllato da Tashi, la quale agisce sui suoi uomini e li lascia liberi al tempo stesso, ottenendo un riuscito equilibrio tra manipolazione e casualità. Challengers è un film sullo sport, sulla passione, sull’amore, sul possesso: la possessione e la supremazia sono le grandi protagoniste di questa storia (scritta da Justin Kuritzkes) e Guadagnino dirige con il giusto e concitato ritmo questo triangolo amoroso e sportivo. Tra frequenti salti indietro e in avanti nel tempo, proprio come rimbalza una pallina da tennis durante una partita combattuta, questo film non racconta nulla di così nuovo a livello di sceneggiatura (il cinema è pieno di triangoli amorosi, anche di maggiore profondità), ma riesce ad utilizzare il tennis come allegoria del difficile rapporto tra i tre protagonisti: sa come costruire intorno ad ogni partita, specialmente in quella finale, il destino di Tashi, Patrick e Art.

Silvio Gobbi

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