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Gloria!
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“Gloria!”, primo lungometraggio di Margherita Vicario

Nell’anno 1800, viene eletto papa Pio VII: il conclave si svolge a Venezia, dato che Roma è occupata dalle truppe francesi. Sempre in Veneto, troviamo l’Istituto Sant’Ignazio, un ente che accoglie molte giovani orfane, un luogo dove le ragazze passano le giornate a studiare la musica, ma la massima prospettiva che possono avere è quella di trovare un marito. L’istituto non è un luogo piacevole: è retto dal frustrato e abietto padre Perlina (Paolo Rossi), un prete e compositore ormai alla frutta, il quale maltratta le ragazze della struttura. Oltre alle orfane, padre Perlina non tratta bene nemmeno la servitù, in particolare Teresa (Galatéa Bellugi), una giovane domestica detta “la muta”. Il prete entra in crisi quando gli viene commissionato di comporre un concerto per l’imminente visita del nuovo Papa, tutto l’istituto entra in subbuglio per l’importante compito: un gruppetto di orfane, capendo l’incapacità di Perlina, deciderà di comporre il concerto e Teresa si unirà a loro, mostrando un inaspettato talento per la musica.

Gloria! è il primo lungometraggio diretto dall’attrice e cantante Margherita Vicario, scritto insieme ad Anita Rivaroli. Le musiche sono state composte dalla regista e da Davide Pavanello: il film è stato presentato in concorso alla 74ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. Un’opera corale e musicale, capace di alternare bene il dramma alla commedia, con una buona ricostruzione dell’epoca storica, dove gli eventi si susseguono col giusto ritmo, come un’ottima composizione musicale. Nel film, la musica diventa il mezzo capace di dare la parola a chi, nella storia, non ha avuto voce in capitolo: Gloria! riscatta le tante donne dimenticate dalla storia, in particolare le tante ragazze che si sono formate e sono cresciute in questi istituti ma che non hanno potuto far emergere le proprie doti musicali in quanto donne. È un film dalla regia dinamica e dal montaggio ben calibrato, capace di raccontare con leggerezza e capacità, con vivacità e senza superficialità, le violenze fisiche e psicologiche subite dalle donne: scende nel profondo della questione femminile con intelligenza, mescola, senza stonature, melodie classiche a musiche pop proprio per sottolineare quanto molti aspetti del passato siano ancora attuali oggi. Intorno al pianoforte, strumento musicale nuovo per l’epoca, messo in uno scantinato dal prete in quanto “strumento moderno e diabolico”, Teresa e le altre ragazze riescono a tirare fuori il meglio di loro stesse, generando delle geniali commistioni musicali tra antico e contemporaneo. Gloria! crea, attraverso la musica e la commedia, un’efficace unione temporale tra ieri e oggi: l’opera risulta adatta a tutto il pubblico, con un chiaro messaggio di augurio, e di riscatto, volto a tutte le donne ed alla forza delle loro capacità.

Silvio Gobbi

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