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L'Italia di Mancini è campione d'Europa
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Nazionale sugli scudi: Gabriele Cipolletta tifoso ‘speciale’

Tutti siamo stati coinvolti emotivamente dalle gesta della nostra Nazionale agli Europei di calcio, conclusisi qualche giorno fa con la splendida vittoria sull’Inghilterra nel tempio del football, Wembley. Una specie di febbre collettiva, che ci ha resi orgogliosi di essere italiani. A San Severino, forse più di ogni altro, ha esultato un tifoso molto speciale della Nazionale: Gabriele Cipolletta, storico del calcio, il quale conosce alla perfezione la storia della squadra azzurra. Lo abbiamo intervistato.

Gabriele, ci parli di questo tuo amore…

“Innanzi tutto mi piace studiare, raccogliere documenti storici, riviste e libri riguardanti il calcio e la Nazionale. Inoltre ho avuto un ottimo rapporto con il dottor Fino Fini, ora deceduto, che è stato il fondatore e l’anima del Museo del calcio di Coverciano per molti anni”.

Nel 2008 lei portò la Coppa del mondo a San Severino, giusto?

“Sì, nel mese di novembre 2008. Era la Coppa che gli azzurri avevano vinto al Mondiale 2006 in Germania. In quella occasione allestimmo nel Piano nobile del Comune una mostra storica dal titolo “L’Italia Campione del mondo 1934-1938-1982-2006” con rarissimo materiale cartaceo e audiovisivo d’epoca attinto dalla mia collezione. Coinvolgente anche la rassegna di foto e filmati sui festeggiamenti del Mondiale 2006 a San Severino”.

Ha mai pensato di “fare lezione” su questi temi?

“L’ho già fatto, in verità! Da febbraio a maggio 2009 ho tenuto un corso monografico in 8 lezioni sulla Storia della Nazionale azzurra di calcio, che oltre a narrare le vicende, le imprese, le storie e i personaggi intendeva far emergere i valori autentici e genuini dalle grandi valenze educative, sociali e culturali di cui è ricca la storia del nostro calcio, non sempre evidenziati col giusto risalto”.

Volendo contrassegnare i diversi periodi storici degli azzurri, quali “sezioni” potremmo individuare?

“Comincerei con gli anni eroici dei pionieri (1910-1925), per proseguire poi con Pozzo e la 1^ Coppa Rimet (1926-1936). Quindi, la conquistata della 2^ Coppa Rimet e il Grande Torino (1937-1949). Dopodiché gli anni bui e le grandi delusioni (1950-1962), fino poi a parlare di Valcareggi e della Coppa Europa (1963-1974). Successivamente ci fu l’arrivo di Bearzot e della 3^ Coppa del mondo (1975-1986). Seguirono la maledizione dei rigori e i piazzamenti di prestigio (1987-1998); infine, l’epopea di Lippi e della 4^ Coppa del mondo (1999-2009). Ora bisogna aggiungere l’ultimo decennio, culminato con questo grande trionfo della truppa di Roberto Mancini”.

Quando è nata la Nazionale italiana di calcio?

“Nacque nel 1910 a Milano, contro la Francia, anche se allora la maglia indossata era bianca. Solo alla terza partita comparve la maglia azzurra. Ricordo di aver organizzato una mostra in Piazza del Popolo (il 15 maggio 2010) proprio sui “100 anni della Nazionale italiana di calcio”. E’ stata un’altra interessante pagina di approfondimento”.

Anche il settempedano Giacomo Bonaventura ha indossato la maglia azzurra…

“Un grande onore per lui e per San Severino. Naturalmente non potevo mancare il 31 maggio 2013 allo Stadio comunale di Bologna in occasione del suo esordio in azzurro. Sono stati momenti davvero emozionanti per me… Quando “Jack” vestiva i colori biancorossi della Settempeda giovanile, ero responsabile della Scuola calcio: lo conosco fin da bambino, so bene i suoi valori tecnici e umani”.

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