Nella puntata dedicata alla Festa della Liberazione di Passato e Presente, la trasmissione di Rai Cultura condotta da Paolo Mieli (in onda il 23 aprile alle 13.15 su Raitre e alle 20.30 su RaiStoria), si parlerà del “Battaglione Mario”, una formazione partigiana operante nel maceratese, guidata dal Comandante Mario Depangher.
Il Battaglione Mario era attivo nella zona del Monte San Vicino e nei territori di San Severino, Matelica, Castelraimondo e Gagliole. Era costituito da partigiani italiani, ex prigionieri alleati, jugoslavi, sovietici, ebrei e da somali ed etiopi. Un esempio di formazione partigiana internazionale.
Di esso, nel corso della puntata, discuteranno la professoressa Isabella Insolvibile e Paolo Mieli, che ospiteranno anche un intervento dello storico Matteo Petracci, autore del saggio “Partigiani d’Oltremare. Dal Corno d’Africa alla Resistenza italiana” (Pacini 2019) dedicato proprio alla ricostruzione della storia del Battaglione Mario e alla presenza al suo interno di somali ed etiopi, protagonisti di un’odissea cominciata ancora prima della guerra.
Tutto ha inizio il 9 maggio 1936, quando Mussolini annuncia la nascita dell’Impero. Negli ambienti fascisti si fa strada l’idea di realizzare una Mostra triennale delle Terre d’Oltremare a Napoli, per esibire la supremazia italiana nei territori del Corno d’Africa. Aree e padiglioni espositivi saranno dedicati all’Albania, al Dodecaneso, alla Libia e all’Africa Orientale. Vengono ingaggiati anche settanta sudditi coloniali, tra eritrei, somali ed etiopi, da esporre in un villaggio indigeno, ricostruito per l’occasione. La mostra si apre il 9 maggio 1940, in occasione del quarto annuale dell’Impero, ma, poche settimane dopo, l’Italia entra in guerra. I britannici interdicono il passaggio attraverso il canale di Suez e la piccola comunità africana resta bloccata in Italia.
Divenuta un peso per i responsabili della Triennale, la comunità viene trasferita a Villa la Quiete (Villa Spada), a Treia, dove era stato attivo un ex campo di prigionia fascista. Somali, eritrei ed etiopi entrano allora in contatto con la comunità treiese, grazie alla quale assumono informazioni sull’arresto di Mussolini, la caduta del fascismo e poi l’armistizio dell’8 settembre. A quel punto, aiutati dalla popolazione locale, alcuni etiopi scappano diretti verso il Monte San Vicino, dove opera il Battaglione Mario. Qualche giorno dopo il loro arrivo, i partigiani attaccano Villa Spada per recuperare armi e aprire le porte del campo. Una decina di ex sudditi coloniali decidono in quell’occasione di unirsi alla formazione partigiana.
La puntata fornirà un’occasione per gettare luce sull’apporto del territorio maceratese e marchigiano alla lotta di liberazione dal nazismo e dal fascismo combattuta in Italia e in Europa. “Sono molto soddisfatto – dichiara Petracci -, si tratta anzitutto di un risultato per l’intero territorio e per la sua storia. Per questo vorrei ringraziare Enti, Istituzioni e singole persone che hanno collaborato mettendo a disposizione fotografie, documenti e altro materiale: l’Anpi di Matelica e l’Anpi di San Severino, il Museo storico della Resistenza e del territorio “Don Enrico Pocognoni” di Matelica, il Comune di Treia e l’Accademia Georgica, la Biblioteca comunale di San Severino, la Biblioteca comunale Mozzi Borgetti di Macerata, la Biblioteca statale di Macerata, l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Macerata, Danilo Baldini, Fabio Grillo e altri ancora.