Quest’anno, per l’8 Marzo, proponiamo l’intervista a Veronica De Angelis, carabiniere in servizio dal 2015 nella Stazione di San Severino.
Chi è Veronica De Angelis?
“Provengo dall’Abruzzo, ho 33 anni, sono diplomata in Ragioneria e mi sto per laureare in Scienze politiche. La mia famiglia vive in un paese della provincia di Pescara. Mio padre aveva un’impresa edile, ora è in pensione. Mia madre, invece, gestisce un’azienda agricola con allevamenti. In famiglia sono la figlia più piccola, ho una sorella fisioterapista e un fratello, anche lui carabiniere”.
Quale percorso ha seguito prima di giungere a San Severino?
“Sono entrata nell’Arma nel 2014 e ho prestato servizio prima a Roma, poi a Ravenna. L’anno dopo sono arrivata qui. In precedenza ero arruolata nell’Esercito e, nel 2009-2010, ho svolto anche una missione in Libano”.
Come mai ha scelto di vestire la divisa dell’Arma dei carabinieri?
“L’idea di indossare l’uniforme mi ha affascinato fin da ragazza. Poi, con mio fratello già nell’Arma, ho avuto in casa un esempio da seguire, condividendone i valori e apprezzandone l’esperienza”.
Cosa ne pensa dell’universo femminile in divisa?
“I carabinieri donna sono in aumento, pur restando sempre in numero minore rispetto agli uomini. In provincia di Macerata siamo una decina. Nella Compagnia di Tolentino – diretta dal Capitano Giacomo De Carlini – ci sono io assieme a un’altra collega. Siamo ben viste, abbiamo sempre il massimo rispetto e la stima dei commilitoni, come nello stile dell’Arma verso ogni suo militare. Anche al di fuori non abbiamo problematiche di genere. Talvolta sorrido quando sento dire “la Carabiniera”, ma nessuno ti fa pesare il fatto che sei una donna. In alcune situazioni particolari, ad esempio durante i servizi di ordine pubblico in presenza di folla, il fatto di essere donna può sembrare dall’esterno un punto di debolezza, ma in circostanze più delicate avere di fronte una presenza femminile può essere un fattore determinante per affrontare casi particolari, come ad esempio reati di stalking. Insomma, anche nel nostro operare quotidiano le virtù e i difetti di uomini e donne si compensano vicendevolmente rafforzando la squadra”.
Come vive la giornata dell’8 Marzo?
“Sono in servizio, ed è per me una giornata come le altre, perché credo che ogni giorno sia un “8 Marzo”, proprio in forza della bella esperienza che vivo nell’essere donna carabiniere”.
Che idea si è fatta della nostra città e dei settempedani?
“Sono a San Severino da 6 anni, ho qui la mia residenza e mi trovo bene: le persone sono educate e lavoratrici. E’ un paese in cui c’è tutto. Inoltre, non trovi il caos invivibile di una metropoli come Roma o di una grande città. Nella nostra Stazione, diretta oggi dal Luogotenente Massimiliano Lucarelli, si impara tanto, si lavora molto bene e in armonia con i colleghi che hanno maggiore esperienza e sono da esempio per noi più giovani”.
Aspirazioni e aspettative per il futuro?
“A luglio discuterò a Roma la tesi di laurea e non vedo l’ora di laurearmi. Poi proverò a fare qualche concorso per nuove esperienze nell’Arma. L’altro mio desiderio è quello di metter su famiglia, ormai è ora… Certo, il giorno in cui dovrò lasciare San Severino non sarò contenta, mi dispiacerà. Ma, a Dio piacendo e Arma volendo, resterò qui ancora per molto!”.
m. g.