Home | L'intervento | Chiarella: “Torniamo a discutere dei problemi della comunità”
L'incontro con il professor Rocchetti
L'incontro con il professor Rocchetti

Chiarella: “Torniamo a discutere dei problemi della comunità”

Nei giorni scorsi il Pd di San Severino ha organizzato un incontro con il professor Francesco Rocchetti sulla riforma del “Premierato” e sulla legge già entrata in vigore per l’autonomia differenziata delle Regioni. Il segretario della locale sezione, avvocato Giovanni Chiarella, ci parla di questa e altre iniziative in cantiere.

Avvocato, perché avete organizzato questa serata?

“Era doveroso informare i cittadini su queste riforme istituzionali fortemente volute dal Governo Meloni, poiché mettono mano alla nostra Costituzione con delle modifiche sostanziali che, a nostro avviso, hanno una vera e propria portata autoritaria: riducendo gli spazi di democrazia e aumentando le disparità territoriali, facendo prevalere gli egoismi sulla solidarietà e la coesione”.

Si è visto un certo interesse: perché secondo lei?

“Si tratta di un passaggio cruciale e delicato della vita politica e democratica del nostro Paese e credo che i cittadini comincino a prendere coscienza delle ricadute e degli effetti negativi che queste riforme avranno sulla vita di ciascuno di noi. E’ positivo che ci siano interesse e voglia di approfondire. Molte sono state le domande e le richieste di chiarimenti dei partecipanti al termine della relazione del prof Rocchetti. Abbiamo cercato, con un linguaggio semplice e comprensibile anche ai non addetti ai lavori, di dare alcuni strumenti e inforrmazioni utili per poter comprendere la portata di queste riforme che riteniamo profondamente sbagliate e dannose per il Paese”.

Cosa non va, a suo avviso, per quanto riguarda l’ipotesi di riforma sul “Premierato”?

“Sono molti gli aspetti discutibili: dubbi e perplessità sono stati sollevati anche da moltissimi costituzionalisti. In poche parole: questa riforma che prevede l’elezione diretta del Presidente del Consiglio non fa che accentuare quel percorso, già in atto purtroppo da diversi anni, che va verso la concentrazione dei poteri nelle mani dell’esecutivo ed in modo particolare in quelle del Presidente del Consiglio, indebolendo la democrazia e saltando di fatto i corpi intermedi e di garanzia che invece hanno un importante ruolo di mediazione. Il Parlamento diviene di conseguenza sempre più debole e dipendente dall’esecutivo, invertendo quel rapporto di fiducia che è alla base della nostra Costituzione. Allo stesso modo, viene indebolito anche il ruolo del Presidente della Repubblica che da figura di garanzia e contrappeso, diverrebbe un mero passacarte”.

Per la legge Calderoli sull’autonomia differenziata è già scattata l’operazione-referendum. Di cosa si tratta? Vi mobiliterete anche a San Severino?

“Partirà proprio nei prossimi giorni una campagna di raccolta firme per la presentazione di un referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata che, lo si ripete, è una legge che non dà nessuna garanzia di equità territoriale e che rischia di spaccare il Paese su pilastri come sanità e istruzione e per questo va assolutamente cancellata. Per votare nella prossima primavera occorre raccogliere 500.000 firme e depositarle entro il 30 settembre. Poi bisognerà raggiungere il quorum e avere più del 50% dei voti espressi. Ovviamente anche a San Severino, come Partito democratico, organizzeremo dei banchetti per la raccolta delle firme anche in collaborazione con gli altri promotori, come ad esempio l’Anpi e pertanto invitiamo tutti ad aderire e a partecipare, affinché questo obiettivo possa essere raggiunto”.

Giovanni Chiarella

Giovanni Chiarella

Quali altre iniziative avete in programma a livello locale?

“Oltre alla campagna referendaria e a quella per l’introduzione del salario minimo che proseguirà e impegnerà tutta l’estate, abbiamo in progetto di portare a San Severino, almeno per una serata, la Festa dell’Unità provinciale che si terrà nella prima settimana di settembre e che sarà, come l’anno scorso, itinerante e si snoderà nei vari Comuni della provincia di Macerata con spazi per dibattiti, spettacoli e stand gastronomici”.

Quant’è difficile riavvicinare la gente alla politica che un tempo si faceva all’interno dei partiti?

“In una società liquida e sempre più individualista come la nostra è molto difficile riuscire ad avvicinare i cittadini all’impegno politico: si è perso purtroppo il concetto di militanza, di appartenenza, direi anche quello di comunità. Da cittadini siamo diventati meri consumatori. I partiti del resto sono sempre meno strutturati ed anche la presenza sui territori è diminuita. Bisogna anche dire che con la fine del finanziamento pubblico questi faticano a reperire quelle risorse che invece servirebbero per una presenza più capillare. Avere una sezione in ogni Comune è un lusso che non ci si può più permettere, quando invece quei luoghi di discussione, a volte anche accesa ed aspra, ma sempre costruttiva, erano importantissimi per la loro funzione di socializzazione, di formazione, di educazione alla democrazia. Oggi questi luoghi di aggregazione mancano e non basta il surrogato del web. La rete può essere un potente strumento per la promozione della democrazia, ma bisogna stare attenti alle false informazioni create ad arte per suggestionare e manipolare l’opinione pubblica. Bisogna tornare ad incontrarsi per discutere dei grandi e dei piccoli problemi che una comunità si trova ad affrontare e provare a proporre delle soluzioni condivise, nell’interesse di tutti”.

Come vede la situazione cittadina?

“La città vive un momento di stasi. Partiamo dagli eventi programmati per l’estate: pochi, sempre gli stessi e poco attrattivi, soprattutto per i giovani che infatti si dirigono altrove. Sembra poi di vivere in un clima di perenne campagna elettorale con inaugurazioni e tagli dei nastri in pompa magna. Molto marketing insomma, rivolto ai “consumatori” di cui parlavo prima, ma dal punto di vista delle informazioni alla cittadinanza sull’operato e sulla “visione” di questa Giunta poco o nulla. Ci si limita all’ordinaria amministrazione, non si coinvolgono i cittadini sui progetti e sulle scelte strategiche per la città. E qui, a mio modesto avviso, possiamo toccare con mano, nel piccolo, i danni che il culto del maggioritario, dell’investitura del Capo da parte dei cittadini produce in un’assemblea eletta democraticamente. La Giunta, forte dei numeri, fa il bello e il cattivo tempo: il ruolo del Consiglio comunale è fortemente sminuito e la discussione è ridotta al minimo. Le opposizioni non sono quasi mai coinvolte, quando invece la città dovrebbe essere amministrata in nome di tutti i cittadini e non solo dei propri elettori. Il capo, scelto dal popolo, sceglie e decide lui cosa è meglio per la città. Invertire questa tendenza, diffusa purtroppo a tutte le latitudini, non è cosa facile, ma proprio per questo l’opera dei partiti è fondamentale: non basta lamentarsi, bisogna aggregarsi, trovare degli spazi di discussione permanente e non semplicemente essere coinvolti ed interessati solo a ridosso delle elezioni. Noi cerchiamo di fare la nostra parte: il nostro è un partito aperto ed inclusivo e quindi ci mettiamo a disposizione dei cittadini ed accoglieremo chi si riconosce nei nostri valori e vuole dare il proprio contributo per il bene della comunità”.