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Il sindaco Rosa Piermattei con il professor Alberto Pellegrino
Il sindaco Rosa Piermattei con il professor Alberto Pellegrino

Remo Scuriatti (3): la riscoperta di un artista dimenticato

di Rosa Piermattei *

L’Amministrazione comunale, in occasione del centoventesimo anniversario della sua nascita, ha ritenuto doveroso ricordare alla cittadinanza, alla critica d’arte e la mondo della cultura in generale la figura e l’opera di Remo Scuriatti, un artista che è nato, è vissuto e ha operato per tutta la vita nella nostra città. Scuriatti non è stato solo un artista, ma anche un uomo che ha sempre mostrato un grande amore per la città natale e che, con grande generosità, ha deciso di lasciare per volontà testamentaria al Comune di San Severino Marche la casa natale e tutto il suo patrimonio artistico,
costituito dall’archivio fotografico e da un considerevole numero di opere pittoriche. Sia le opere fotografiche sia la quadreria sono state restaurate e predisposte per questa grande mostra, la quale si propone di restituire alla cittadinanza, in tutto il suo prestigio, l’immagine di un artista che è sempre vissuto in stretto contatto con la comunità e che in vita ha goduto di notevole popolarità, per poi cadere nell’oblio sotto il peso della polvere che il tempo ha accumulato sulla sua figura e sulla sua opera.

La mostra e il catalogo sono stati progettati dall’assessore alla cultura Vanna Bianconi e dal curatore Alberto Pellegrino, il quale ha guidato un gruppo di esperti che hanno collaborato fattivamente alla realizzazione di questa importante iniziativa culturale che riporta alla luce l’opera di Scuriatti, collocata nel suo contesto sociale e culturale attraverso un’analisi della società, del mondo letterario e artistico, del cinema e dello spettacolo degli anni in cui è vissuto l’artista.

Inoltre, per meglio completare il clima culturale di allora, è stata allestita una mostra antologica di artisti settempedani che sono stati amici e collaboratori di Scuriatti e che hanno operato nello stesso periodo storico. Del resto lo studio di Scuriatti è stato per anni un punto di riferimento e d’incontro di pittori, scultori, poeti e giovani intellettuali che vedevano in lui un maestro di vita e di amore per l’arte. Da questo evento, articolato in tre sedi dislocate nel centro storico, ci si augura che possa emergere l’importanza di un personaggio che ha operato tra gli anni Venti e gli anni Sessanta, prima come fotografo estremamente valido nell’arte del ritratto e testimone della vita cittadina, poi come pittore che, in una iniziale fase figurativa, ha trattato tematiche emotivamente “forti” e che ha in particolare esaltato il paesaggio marchigiano, mentre nell’ultimo periodo della sua esistenza ha realizzato opere informali di grande fascino cromatico e di indiscussa poesia “visiva”, quelle “Galattiche” che gli hanno permesso di viaggiare con la fantasia nelle infinite distese della volta celeste.

*sindaco di San Severino Marche

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