Ruspe ferme in un lato del cantiere per la costruzione del nuovo Istituto tecnico tecnologico “Divini”. C’è stato infatti un rinvenimento di natura archeologica. La Sovrintendenza regionale ha bloccato i lavori per ulteriori scavi che possano chiarire l’entità dei reperti archeologici riaffiorati dal terreno. L’area interessata è quella in cui deve sorgere la palazzina principale del futuro Istituto, con l’ingresso, le aule e una parte dei laboratori. E’ qui che gli uomini e i mezzi dell’associazione temporanea di imprese – la Marinelli Costruzioni di Rieti e la Frimat Spa di Bologna -, aggiudicataria
dell’appalto (14 milioni di euro, finanziati con ordinanza del Commissario per la ricostruzione post sisma), stavano scavando il terreno
in profondità per mettere le fondamenta della nuova strattura. Siamo a ridosso del palasport, sotto la grande gru rossa e bianca che richiama i colori simbolo della città di San Severino. Adesso in quel grosso sbancamento resta solo un telo di nylon a protezione di quanto rinvenuto, in attesa che la vicenda si sblocchi. “Speriamo rapidamente”, dice il sindaco Rosa Piermattei, che ha lanciato subito un monito di responsabilità a chi di dovere, dal momento che il ‘Divini’ attende da tempo la sua nuova “casa”. In ogni caso, per non chiudere il cantiere è stata trovata una soluzione alternativa. Le imprese hanno spostato infatti il loro raggio d’azione dalla parte opposta dell’area di costruzione, vicino al cavalcavia ferroviario, per realizzare nel
frattempo l’annessa palestra e la palazzina di servizio, destinata in particolare agli uffici di segreteria. Intanto, il corpo centrale del complesso scolastico – quello appaltato a suo tempo dalla Provincia (proprietaria dell’intero immobile) e destinato ad accogliere le officine e l’auditorium – sta procedendo a buon ritmo, visto che le opere sono giunte ormai alla copertura della nuova struttura.
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