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Il giovane scrittore di origini settempedane M. Maponi
Il giovane scrittore di origini settempedane M. Maponi

“M. Maponi”, giovane scrittore che si sta affermando con una produzione legata al mondo fantasy

“M. Maponi” è un giovane scrittore, nato a San Severino e legato alla città dalle proprie origini familiari. Da qualche anno si cimenta, in maniera prolifica, nella scrittura di genere fantastico, riuscendo a legarla a temi di forte attualità: sta riscuotendo sempre più successo e quella che state per leggere è la sua intervista rilasciata a Silvio Gobbi per “Il Settempedano”.

Ci dici qualcosa della tua vita. La tua formazione, le tue attività, da quanto tempo coltivi la passione per la scrittura – quali sono gli autori che prendi come punto di riferimento – e cosa hai prodotto negli anni.

“Sono nato a San Severino, ma ho fatto le scuole a Macerata. Dopo il diploma ho cominciato a spostarmi per studiare e lavorare soprattutto al nord (ho vissuto a Torino per sette anni). Come autori non posso non citarti Bukowski, Palahniuk, Vittorini, Calvino, Vonnegut, Vandermeer, Scalini, Le Guin, Murakami e Kobo. Ci tengo anche a citare due contemporanei: Fabio Scalini e Nicoletta Vallorani. Ma a essere onesti cerco di leggere molto e leggere diversi generi di letteratura; quindi, sto sempre ‘stretto’ quando devo parlare delle mie influenze.

In Italia tendiamo a considerare le storie fantastiche come storie di serie B, adatte solo ai bambini. Sarò forse un bastian contrario, ma cerco sempre di lavorare contro questo stereotipo. Per quanto riguarda le mie influenze, voglio aggiungere anche Stefano Benni e Primo Levi. Entrambi hanno pubblicato incredibili esempi di narrativa di genere. Di Benni ricordo con piacere Terra!, La grammatica di Dio e Stranalandia. Levi è giustamente conosciuto e ricordato per Se questo è un uomo e La tregua, ma non molti sanno che nel ‘66 pubblicò Storie Naturali – una raccolta di racconti di fantascienza in cui, tra le altre cose, predisse l’invenzione di chatGPT. Mi piacerebbe nel mio piccolo mettermi nella linea scavata da questi autori: fantasioso o fantastico non vuol dire infantile.

Parlando più dettagliatamente del mio lavoro, ho scritto quasi sempre, ma ho iniziato a farlo seriamente nel 2020. Nel ‘22 e ‘23 ho pubblicato due raccolte di racconti – “Realtà e Contagio” e “Consulenza Blues”. Nel 2024 uno dei miei racconti è arrivato finalista al premio Urania short. A dicembre 2024 ho pubblicato il mio romanzo d’esordio Un affare per orecchie a punta. Si tratta di un fantasy noir per adulti. Nel 2025 ho anche pubblicato Questo Continuo Scavare, con Delos Digital: una storia breve dal sapore fantascientifico e intimista che in realtà affronta il tema delle relazioni e del lutto”.

Da come possiamo vedere, la tua produzione è strettamente legata al mondo fantasy, ma senza rimanere ancorato ai canoni del genere. Infatti, pur rimanendo all’interno del fantastico, riesci a collegare il noir, il crime, anche la politica e le questioni sociali: trasli i personaggi di fantasia (come i goblin) nella nostra vita quotidiana – mi fa ricordare, a maggior ragione, il pensiero di Stephen King “Fiction is the truth inside the lie” -. Parlaci di questa scelta letteraria, come e perché l’hai sviluppata negli anni.

“Penso che sia un’idea condivisa tra molti autori. La narrativa è una lente per farci interpretare la realtà – infatti King penso si riferisse a tutti i lavori di fiction, anche quelli che definiremmo ‘realistici’.

Come esseri umani raccontare storie ci piace. Forse è un aspetto essenziale della nostra cultura. Ogni libro è un tentativo di un autore di parlare di qualcosa che crede sia importante. I libri possono essere scritti bene o male, ma l’importante per me è che siano onesti nel voler tramandare qualcosa: un messaggio, un tema, una ‘verità’, come dice King.

I generi letterari sono uno strumento utile che serve a facilitare il rapporto con il lettore: un appassionato di fantasy sa benissimo cosa si intende per ‘elfo’, e un lettore di gialli ha ben presente la figura del classico investigatore. Ma esiste il rischio anche di rimanere ingabbiati nel ripetere, anche non volendo, i canoni del genere, pur di non tradire le aspettative del lettore. L’altro rischio è di scrivere libri che devono vendere, e quindi fare scelte un po’ di comodo per cercare di trovare un successo editoriale. Come autore cerco di non farmi influenzare da queste dinamiche, per quanto possibile, anche se magari è una battaglia contro i mulini a vento!”.

Il tuo romanzo Un affare per orecchie a punta (ed. Lumien) rientra nella descrizione appena fatta. Ambientato nell’immaginaria città di Virmgrado, abitata da goblin: l’ispettore Mannekin Hanter trova il cadavere di Maggie Henzel. Viene ipotizzato il suicidio, ma Mannekin non ci crede e le sue indagini lo porteranno a scoprire un intrigo più grande, legato anche alle questioni lavorative e politiche della città. Come hai elaborato questo soggetto?

“Immaginiamo per un attimo il classico scenario da thriller noir, con un investigatore un po’ scalcagnato e testardo che si muove in una città sporca, pesantemente industrializzata, piena di disordini operai e di interessi politici. C’è un caso da risolvere in apparenza semplice che si rivelerà essere, invece, molto complicato.

E qui arriva il primo elemento fantastico: non siamo nel mondo reale, ma a Virmgrado. Un posto abitato da goblin, orchi, nani, elfi… creature di fantasia, con una loro storia e delle loro abitudini. Gli esseri umani in questo mondo non esistono. Questo per un lettore può essere un ostacolo da superare. Ci si potrebbe chiedere: ma perché dovrei interessarmi di cose che non esistono?

Dietro questa premessa fantasiosa ho voluto parlare di un mondo simile al nostro. A volte le cose si vedono meglio guardandole da una certa distanza, e il genere fantastico permette proprio di guardare la realtà con occhi nuovi.

Insomma, non siamo in Italia e non ci sono italiani nel libro, ma scrivendo ho attinto a piene mani sia dalle mie esperienze sia dalla nostra storia recente. La stessa Virmgrado somiglia un po’ alle città nelle Marche: ha un centro storico che conserva un passato medievale. Ma la sua periferia somiglia molto di più a Torino, che ha un passato industriale molto forte. Lo stesso esempio potrei fartelo per i temi sociali”.

In una recensione hanno scritto che il libro «[…] affronta tematiche sociologiche profonde e contemporanee e ci permette di rivivere momenti bui della storia italiana, come gli Anni di piombo. In modo intelligente, autoriale e vivace, l’autore racconta dell’uomo, delle sue fragilità e del suo egoismo attraverso un avvincente giallo ambientato nella sporca e violenta Virmgrado, una città in cui si sentirà immersi fin dalle primissime pagine». Tramite questo libro, quali sono le tematiche sociologiche, ancora oggi irrisolte, che vuoi affrontare?

“Sicuramente il problema della convivenza di persone e classi sociali. In altre parole, il razzismo. Nel fantasy (e nel dibattito pubblico) si parla di ‘razza’ con molta leggerezza: è molto facile per uno scrittore mettere un’intera categoria e dipingerla come ‘i cattivi per definizione’.

Ad esempio: molte delle nostre fiabe popolari dicono che gli orchi mangiano i bambini. Quindi, quando leggiamo nel Signore degli anelli che gli orchi sono tutti malvagi la cosa non ci sorprende.

Ma questo tipo di ragionamento è stato ed è applicato ad intere etnie, culture e popolazioni reali. All’estero, di noi italiani si dice che siamo pigri, faciloni, che rubiamo. Poi ci danno il contentino dicendo che sappiamo vivere, che siamo accoglienti, che magari siamo romantici. La sto mettendo sul ridere, ma gli stereotipi causano violenza e discriminazione (basta guardare la nostra storia di emigrazione nelle Americhe e in Germania e Svizzera).

Chiaramente dire che tutti gli italiani sono ladri è non solo offensivo, ma porta anche a conclusioni sbagliate.

Un altro aspetto del libro è mostrare come questi meccanismi vengono strumentalizzati da una certa classe dirigente. Anche questo lo vediamo tutti i giorni: per avere consensi basta dire “è colpa loro” per distogliere l’attenzione. Non importa chi siano questi loro: una volta erano i terroni, oggi vanno forte gli immigrati, ma ogni tanto ce la prendiamo con la fantomatica Europa. Insomma un nemico lo si trova sempre, e nel frattempo che la gente è distratta dal pensare a quanto “loro” siano brutti e cattivi i governi vanno avanti.

Ultimo ma non ultimo, siamo abituati a pensare al razzismo come qualcosa di quasi caricaturale, ma in realtà qualche pregiudizio ce l’abbiamo tutti. Il protagonista di Affare – Mannekin – non è né un santo né un moralista, è uno che combatte tra le sue buone intenzioni e la sua dose di preconcetti”.

Per concludere, puoi parlarci della tua rivista online di letteratura “Alkalina” (www.alkalina.net) e, infine, quali sono i tuoi progetti futuri in ambito letterario? Nuove storie in cantiere?

“Con piacere! Alkalina è un progetto di letteratura indipendente di racconti fantastici: parliamo di fantascienza, fantasy, ma anche realismo magico e horror. Chi ci legge può ordinarla su Amazon o dal sito alkalina.net, anche in cartaceo. Ogni numero raccoglie tra i sei e i dieci racconti di autori italiani esordienti.

Il racconto breve è un bellissimo formato: in poche pagine costringe un autore a raccontarti qualcosa di bello. Per chi ha poco tempo per la lettura può essere un buon modo di riavvicinarsi. Inoltre, Alkalina è anche un ottimo modo per capire di cosa parla la narrativa fantastica, e quanto può essere diversa e variegata. Un po’ come comprare una vaschetta di gelato con molti gusti, ma si tratta di storie.

Per quanto riguarda me, ancora non posso fare molte anticipazioni. Sto lavorando a un progetto di fantascienza ed un altro fantasy. Vorrei anche scrivere un romanzo di genere realismo magico (d’altronde lo scrivono molti dei miei scrittori preferiti), ma quello che manca è sempre il tempo. Con un po’ di fortuna, magari il prossimo anno ci ritroveremo per parlarne.

Colgo l’occasione però di ringraziare te e “Il Settempedano” per avermi ospitato in questo spazio”.

Silvio Gobbi

Per maggiori informazioni sulle opere dell’autore e sulla sua attività:

Un affare per orecchie a punta (ed. Lumien): https://www.lumien.it/libri/un-affare-per-orecchie-a-punta/

Questo Continuo Scavare (ed. Delos Digital): https://delos.digital/9788825432893/questo-continuo-scavare

– “Alkalina” – Rivista Letteraria Indipendente, https://www.alkalina.net/