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Parthenope
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“Parthenope”, il film di Paolo Sorrentino presentato al Festival di Cannes 2024

Parthenope nasce nel 1950, nell’acqua, e porta il nome della sua città. Vive la sua vita tra amori e dolori, tra curiosità e smarrimento: passa il tempo tra passioni caotiche e gli studi di antropologia, trascorre i suoi anni migliori in una affannata ricerca di sé. Parthenope di Paolo Sorrentino (presentato in concorso al Festival di Cannes 2024) è la storia della crescita di una donna travolta dalla confusione della vita.

Bella e triste, acuta e confusa, Parthenope vive in un ambiente dove nessuno la comprende né la cura: tutti ne sono affascinati, ma quasi nessuno tiene veramente a lei, e così la ragazza cresce nella malinconia, tra sentimenti altalenanti. Parthenope si perde nella vita, ma alla fine si realizza, a modo suo, dopo aver seguito una bussola mai chiara che l’ha condotta a toccare tanti ed inaspettati lidi. Le sue esperienze la portano ad amare ed odiare tanto le persone quanto la sua città, Napoli, una città che, come lei, ha tanto potenziale ma non sa farlo fruttare: Sorrentino lega i pregi ed i difetti della sua protagonista alla realtà del capoluogo partenopeo, mostrando palesemente il proprio conflittuale rapporto con Napoli.

Nello sviluppare la vicenda, il regista abbonda di citazioni filmiche. Sorrentino rievoca il Fellini di e de La dolce vita (l’elicottero del riccone che corteggia e osserva, dall’alto, Parthenope, ricorda l’elicottero felliniano che trasportava la statua del Cristo) e cita inoltre il proprio cinema, come La grande bellezza e Youth (quando il professor Marotta mostra a Parthenope il proprio figlio “malato”, viene in mente la moglie del maestro Ballinger affetta da demenza). Parthenope è un’opera caratterizzata da una regia scorrevole e dialoghi con frasi ad effetto che non sempre fanno centro, e ricalca alcune delle tematiche già precedentemente trattate dal regista: è un viaggio lirico ed onirico attraverso la bellezza e lo smarrimento della vita. E non a caso, Sorrentino cita in apertura una frase tratta dal romanzo di Louis-Ferdinand Céline, Guerra, «Certo che è enorme la vita. Ti ci perdi dappertutto»: la precisa esperienza vissuta dalla sua Parthenope.

Silvio Gobbi