Elizabeth “Lee” Miller (1907-1977) è stata una modella, una fotografa ed una fotoreporter. Conobbe alcuni dei più importanti personaggi del mondo artistico e culturale della prima metà del Novecento, come Man Ray, Paul Éluard e Pablo Picasso. Durante la Seconda guerra mondiale, Lee riuscì a partire come fotoreporter (per la rivista “Vogue”) insieme a David Scherman (fotoreporter di “Life”) per il fronte europeo, testimoniando la liberazione della Francia e, soprattutto, gli orrori dei campi di sterminio nazisti: fotografò una serie infinita di cadaveri presenti nei campi di concentramento e immortalò il dolore dei sopravvissuti. Quest’esperienza divenne la sua più potente testimonianza fotografica, dall’immenso valore storico, e segnò ulteriormente il suo carattere e la sua vita (già provata da eventi drammatici).
Lee Miller (Lee), è il primo lungometraggio diretto dalla direttrice della fotografia Ellen Kuras ed è proprio incentrato sull’esperienza bellica di Lee Miller. L’opera ingrana con qualche dubbio all’inizio, per poi riprendere forza e ritmo dal momento in cui la protagonista parte per il fronte: da quel punto, il racconto si fa più coinvolgente e robusto, fino alla fine. La regia sa essere dinamica e decisa, sa cogliere le diverse sfumature degli ambienti e degli eventi: riesce a mettere al centro del racconto la forza della protagonista, la sua intelligenza ed il suo dolore; sa mostrare inoltre il dolore della guerra senza cedere agli stereotipi. Kate Winslet, nel ruolo di Lee, sa dare vita al carattere difficile e determinato della protagonista, senza essere caricaturale: è autentica, perfettamente calata nel proprio ruolo, ed il film regge molto anche grazie alla sua interpretazione (inoltre, Kate Winslet è una delle produttrici del lungometraggio).
Lee è un’opera importante per la testimonianza storica che restituisce: il racconto, senza retorica, di una donna che ha saputo farsi valere, nonostante le innumerevoli difficoltà, in un contesto a lei totalmente ostile. Una reporter che ha saputo catturare con le proprie fotografie la tragedia della Seconda guerra mondiale e dello sterminio operato dai nazisti; una donna che ha fatto la storia del war reporting, come Gerda Taro, Oriana Fallaci e Marie Colvin.
Silvio Gobbi