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Il ritorno di Casanova
Il ritorno di Casanova

“Il ritorno di Casanova”, pellicola drammatica e ironica di Gabriele Salvatores

Leo Bernardi (Toni Servillo) è un maestro del cinema, ma è bloccato: ha terminato di girare il suo ultimo film, “Il ritorno di Casanova”, ma non finisce di montare il materiale. Il produttore preme affinché Leo si muova, il montatore idem, ma Bernardi evita il lavoro in ogni modo possibile, e pensa continuamente a Silvia, una ragazza che ha conosciuto durante le riprese. Riuscirà il maestro a mettere da parte le proprie turbe e a terminare il film in tempo per il Festival di Venezia?

Il ritorno di Casanova è il nuovo film di Gabriele Salvatores. Un’opera drammatica e ironica sul tempo che passa inesorabilmente, sulla gioventù che sparisce in un batter d’occhio. Con stile beffardo e scanzonato, serio e senza pedanteria come in Turné, Salvatores fa i conti con i fantasmi della vecchiaia, con le fatiche della crisi e della fecondità. Bernardi ha più di sessant’anni, non sopporta i giovani emergenti, è annoiato, è turbato dalla vecchiaia sempre più irrefrenabile ed è confuso da Silvia, la ragazza che lo ha messo all’angolo, la donna che lo ha messo davanti ad un bivio importante.

Leo si muove tra la città come uno spettro distratto che non vuole ottemperare ai propri doveri e Salvatores cita palesemente il capolavoro di Federico Fellini: Leo è un Guido Anselmi (Marcello Mastroianni) attempato, ma ugualmente in crisi creativa, tampinato dai collaboratori e dalla stampa per vedere il suo ultimo film; e non solo nella trama, ma anche nelle scene tra l’onirico ed il reale, dove regna un efficace senso di sospensione, Salvatores omaggia Fellini.

La vita di Leo è in bianco e nero, invece le scene del suo Casanova (anche questo, un personaggio portato sul grande schermo da Fellini) sono sempre a colori: la realtà è grigia, il cinema è colorato, è vivo e vitale (come in Belfast, di Kenneth Branagh). Anche Casanova (Fabrizio Bentivoglio) è ormai avanti con gli anni, non possiede più il fascino della gioventù, ma ha ancora la stessa fame di sesso e conquista. Oggetto della sua ultima avventura è la giovanissima Marcolina (Bianca Panconi): Marcolina è la vita per Casanova, perché rappresenta una conquista, la forza della gioventù che ritorna. Come per Casanova la conquista è la vita, per Leo lo è il cinema, per il regista il cinema è la fonte della forza, della vitalità. Ma questo assolutismo dell’arte può condurre ad un corto circuito con gli altri, e questo “ritorno di Casanova” diventa, inaspettatamente, l’occasione per Leo (alter ego di Salvatores) di mettere in discussione sé stesso, la sua esistenza, per imboccare, attraverso Silvia, un nuovo ed imprevedibile corso.

Silvio Gobbi

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