Lara Ricciatti, la deputata fanese di Sel-Sinistra Italiana, sollecitata dal consigliere comunale di San Severino, Alessandra Aronne, e dai cittadini preoccupati per l’annunciato taglio del punto nascita settempedano (così come quelli di Fabriano e Osimo), ha presentato in questi giorni un’interrogazione parlamentare per sottoporre all’attenzione del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, le gravi ripercussioni che il provvedimento di chiusura del reparto di San Severino avrà per chi risiede nelle aree interne di questa fascia del territorio marchigiano. “Nonostante quanto affermi il presidente Ceriscioli – osserva la Ricciatti – tutti gli interventi sulla sanità stanno alimentando un’ingiustificata disparità tra territori e una compressione materiale del diritto alla salute, che pare essere sempre più subordinato al luogo di residenza rispetto ai bisogni reali dei cittadini. Più che alla sicurezza dei nascituri il piano sembra improntato a un indebolimento del servizio sanitario pubblico e dei presidi sui territori. La sanità è un diritto essenziale che rischia di non essere più universale”.
Nell’interrogazione a risposta scritta, presentata nella seduta n. 542, dopo aver fatto il punto della situazione e aver espresso la preoccupazione non solo di San Severino, ma dell’intero territorio afferente al suo ospedale, nonché dopo aver sottolineato la costituzione e l’operatività del Comitato per la salvaguardia della struttura che – come noto – effettua da sempre un numero di parti superiore ai 500, l’onorevole Lara Ricciatti chiede al Ministro “se non si ritenga di assumere ogni iniziativa di competenza al fine di garantire la permanenza di punti nascita, seppur in deroga ad alcuni parametri e standard individuati dall’accordo raggiunto in seno alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano del 16 dicembre 2010″, e come si intendano garantire i livelli essenziali di assistenza e il diritto alla salute, che trova tutela al più elevato rango dell’ordinamento, in considerazione degli oggettivi rischi per la salute delle mamme e dei nascituri causati dalla difficoltà, dovute a viabilità limitata e caratteristiche meteo-territoriali disagiate”.
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