Stavo cercando delle notizie su tutt’altro, quando mi sono imbattuto in uno scritto che, finalmente, dà un senso a un’antica mappa catastale, alla quale non avevo posto mai sufficiente attenzione.
Nella visita pastorale del 13 ottobre 1759 il vescovo Forlani, descrivendo la parrocchiale di Elcito verbalizzava che fuori dalla chiesa: “….a mezzogiorno, vi è una casa diruta, la Piazzetta, una Torre alta…”. Allora assume un senso quel fabbricato adiacente alla chiesa, contrassegnato con lettera “B” come si fa per gli edifici non abitativi (bisognerà verificare nei registri del Catasto Gregoriano), di forma pressoché quadrata, che potrebbe essere la torre stessa rilevata nel 1813 dai topografi pontifici e inserita nella cartografia.
- Estratto dalla mappa del Catasto Gregoriano (1813) nella quale si vede ancora la pianta della Torre (B) adiacente alla Chiesa di San Rocco (A).
- Un passo del verbale di Visita Pastorale del vescovo Francesco Forlani nel 1759 dal quale si ricava la notizia della posizione della torre del castello
La chiesa di San Rocco fu costruita sfruttando in parte come fondazioni le mura dello stesso fortilizio (un po’ come avvenuto anche a Carpignano e a Serralta) quando questo aveva sostanzialmente perso la funzione militare e non ci deve meravigliare che il suo lato meridionale fosse in contatto con la torre. Gli abitanti di Elcito avevano sempre utilizzato per le proprie funzioni la più antica chiesa monastica di Santa Maria di Valfucina, ma nel secolo XVI si sentì la necessità di avere un luogo di culto all’interno del piccolo castello e si sfruttò al massimo lo spazio a disposizione.
L’attuale più ampio piazzale, che non è spazio pubblico, bensì sagrato della chiesa, è stato ricavato solamente quando venne realizzata la rampa di accesso carrabile al castello, non potendo le automobili salire in paese attraverso la stretta porta, fino al secondo dopoguerra unico ingresso ai luoghi. Proprio quello spazio – raccontano ancora oggi gli ultimi nativi di Elcito -, ancora privo dei muri di delimitazione attuali, era da tutti chiamato “la torre”, fatto che dà ulteriore veridicità alla mia ipotesi.
Perse le funzioni originarie, pian piano le possenti murature della torre sono state smontate e le pietre reimpiegate altrove, come è avvenuto per tutto l’apparato difensivo del castello. Sarebbe interessante indagare al di sotto del selciato in porfido.
Luca Maria Cristini