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Una famiglia borghese posa nel Giardino Pubblico. Si notino il rivestimento della fontana in finta roccia e la statuetta centrale
Una famiglia borghese posa nel Giardino pubblico. Si notino il rivestimento della fontana in finta roccia e la statuetta centrale

La funzione sociale e culturale dei giardini pubblici

di Alberto Pellegrino

E’ ormai chiaro che al centro di ogni programmazione, a qualsiasi livello, va messa al centro la crisi ambientale e climatica che spesso viene valutata con sufficienza o con fastidio, mentre deve essere al centro di ogni nostra zione quotidiana, perché il tempo sta scadendo: occorre deglobalizzare e nello stesso tempo favore una maggiore circolazione d’informazioni e di idee. In questa ottica di attuare una “rivoluzione” ambientale va collocato per la sua importanza il nostro Giardino pubblico.

Da tempo la sociologia e l’antropologia sociale hanno puntualizzato il ruolo e la funzione che i giardini pubblici possono avere all’interno del verde urbano e di un determinato assetto urbanistico, perché dal punto di vista ecologico il giardino costituisce uno spazio verde di vitale importanza per la salute collettiva.

Il Giardino pubblico può assumere un ruolo di notevole rilevanza per la vita sociale e culturale di un’intera comunità: esso può infatti diventare un centro di aggregazione e di svago per quella fascia di popolazione compresa tra 1/14 anni e per il loro genitori; luogo di socializzazione e d’impiego del tempo libero per gli adolescenti; un momento di relax e di sana vita all’aperto per la popolazione anziana.

Il Giardino può anche essere un centro di aggregazione e formazione culturale attraverso una serie di iniziative mirate e adattata al quel particolare ambiente naturale: esposizioni d’arte e di fotografia, minirassegne cinematografiche, spettacoli di prosa, presentazioni di libri, incontri culturali di vario genere, concerti di musica classica per piccole formazioni, serate dedicate alla canzone d’autore, esposizioni di floricultura e di enogastronomia.

Per le Amministrazioni locali la cura dei giardini pubblici deve essere pertanto una delle priorità non solo per la salvaguardia la loro naturale bellezza, ma per tutelare e incrementare la funzione svolta dalle piante per l’ossigenazione dell’aria, per contribuire almeno in parte a ridurre i danni provocati dal cambiamento climatico.

I Giardini pubblici, dunque, vanno visti come preziosi strumenti di “rinaturalizzazione” del paesaggio urbano, perché possono assolvere a un ruolo di “mediatori” tra l’uomo e la natura, contribuendo alla costruzione di una società del futuro in sintonia con la nuova sensibilità ecologica e la nuova socialità diffusa nelle giovani generazioni.

Essi possono essere infine pensati come elementi di connessione e inclusione sociale per assecondare la rinascita di una dimensione comunitaria della vita urbana e possono essere impiegati come centri di supporto per il recupero e l’assistenza di ragazzi con problemi fisici e psicologica disagi, la riabilitazione di malati in convalescenza, il recupero di soggetti emarginati per favorire il loro reinserimento sociale con la collaborazione di organizzazioni e associazioni a carattere sociale-assistenziale.

Il concetto di parco urbano

Il concetto di parco urbano, nel corso del ventesimo secolo, ha subito profondi mutamenti, portando al superamento delle teorie dell’architetto americano Olmested che vedeva il parco come un piccolo mondo protetto dalla realtà urbana esterna. L’attuale cultura urbanistica, al contrario, considera il parco come parte integrante della città, per cui la sua progettazione e gestione coinvolge tutto il contesto urbano all’interno del quale si devono individuare le nuove funzioni del parco, basate sulla cultura, sull’educazione e sul divertimento e non più su di una utilizzazione puramente estetica e passiva. E’ ormai consolidata l’idea che un parco urbano non deve perdere i suoi connotati di spazio qualificato sotto il profilo sociale e culturale per non essere più un “verde di arredo” per assolvere prioritariamente una funzione igienico-sanitaria, ricreativa, protettiva dell’ambiente, rilevante sotto il profilo architettonico allo scopo di migliorare le condizioni insediative e residenziali delle popolazioni residente nelle aree urbane e, nel caso di un parco storico, va inserito tra i monumenti che possono incrementare l’offerta turistica.

I Giardini storici

Con la qualifica di “Giardini storici” vengono classificate quelle aree verdi d’impianto non recente, culturalmente legate alla storia della città e talvolta sedi d’importanti vicende storiche. I giardini storici costituiscono quindi un elemento di grandissimo valore del nostro patrimonio culturale e devono essere adeguatamente tutelati e opportunamente gestiti, tenendo conto che al loro interno si trovano spesso manufatti d’interesse storico e architettonico (statue, fontane, panchine, piccole costruzioni ecc.) che aumentano ulteriormente il loro valore. Diventa pertanto un obiettivo fondamentale, nella gestione di queste aree verdi, il mantenimento dell’impianto originario, la conservazione degli obiettivi progettuali e formali, una gestione che assicuri una fruizione sicura e non degradativa. Inoltre una oculata gestione delle aree verdi può favorire la formazione di professionalità specifiche e la creazione di nuovi posti lavorativi.
La presenza di alberi maturi o addirittura secolari comporta la necessità di un’attenta valutazione delle condizioni fitosanitarie e delle condizioni di stabilità degli esemplari per garantire l’integrità del giardino e l’incolumità di quanti lo frequentano. Quando determinati alberi non dovessero risultare più recuperabili, oltre all’acquisizione delle autorizzazioni per gli abbattimenti presso gli Enti preposti alla tutela del patrimonio paesaggistico e monumentale, è opportuno prevedere la messa a dimora di piante che, per loro adeguate caratteristiche, possano sostituire quelle eliminate.

All’interno di un’area urbana i giardini storici svolgono alcune funzioni di fondamentale importanza.

Una funzione ecologico-ambientale. Il verde costituisce un elemento di grande valore ecologico, perché contribuisce a mitigare gli effetti del degrado ambientale, le variazioni del clima, l’impatto negativo prodotto dalla presenza delle edificazioni e dalle attività umane. La presenza di un’area verde urbana contribuisce a regolare gli effetti del microclima attraverso l’aumento dell’evaporazione e della traspirazione per una sorta di “condizionamento” naturale dell’aria soprattutto durante i picchi termici estivi.

Una funzione sanitaria. Il verde urbano contribuisce a creare un ambiente salubre per la presenza di essenze aromatiche e balsamiche, per la mitigazione del microclima. Le aree verdi svolgono anche una importante funzione psicologica, contribuendo al benessere e all’equilibrio mentale.

Una funzione sociale e ricreativa. I giardini pubblici forniscono un fondamentale servizio alla collettività, perché rendono più vivibile un determinato spazio urbano per famiglie e individui, permettendo di svolgere attività ricreative durante il tempo libero.

Una funzione culturale e didattica. La presenza di giardini pubblici costituisce ha una grande importanza culturale, perché può favorire la conoscenza dell’ambiente botanico e lo studio delle scienze naturali, per cui al loro interno possibile svolgere delle attività didattiche per le scuole di ogni ordine e grado.

Giardini storici e vincoli legislativi

I giardini storici, soprattutto quando contengono esemplari vegetali di maggiore età e dimensione, sono da considerare dei monumenti naturali, la cui conservazione e tutela rientrano tra gli obiettivi delle Amministrazioni locali, che dovrebbero favorire la piena integrazione tra elementi architettonici e giardini pubblici nell’ambito della progettazione dell’intero urbano. Per queste ragioni i giardini storici rientrano in quelle aree tutelate da appositi vincoli previsti dal Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali (Decreto Legislativo del 29 ottobre 1999, n. 490).

La “Carta di Firenze” del 12 settembre 1981 ha inoltre definito il giardino storico un insieme polimaterico, progettato dall’uomo, realizzato in parte determinante con materiale vivente, che insiste su un territorio antropico per cui, in quanto un manufatto materiale, è un’opera d’arte e una risorsa architettonica e ambientale che costituisce un patrimonio dell’intera collettività urbana.

Il giardino storico deve essere considerato un “unicum limitato, deperibile, irripetibile”, che ha una sua storia di nascita, crescita e mutazione, un proprio processo di sviluppo in grado di riflettere la società e la cultura delle popolazioni che l’hanno ideato, costruito, vissuto. Per queste sue caratteristiche le attività progettuali, indirizzate alla tutela e alla manutenzione, dovranno essere svolte con particolare attenzione e con la volontà d’integrare le caratteristiche formali dei luoghi e le caratteristiche ambientali complessive della città, all’interno della quale il giardino deve inserirsi secondo un’attenta strategia di sviluppo.

Redazione e adozione di un Piano del Verde urbano

In un’ottica ambientalista è auspicabile che l’Amministrazione comunale completi il suo piano urbanistico con l’adozione di un Piano del Verde urbano (PVU), uno strumento che consente di determinare un programma organico d’interventi che prevede lo sviluppo quantitativo e qualitativo, la manutenzione e la gestione ordinaria delle aree verdi del centro urbano anche in relazione agli obiettivi e alle esigenze del suo sviluppo futuro.

Il Piano dovrebbe comprende i seguenti elaborati:

  1. un censimento del verde, che preveda la rilevazione e la dettagliata analisi delle caratteristiche del verde pubblico e privato nell’area urbana con l’identificazione delle principali specie utilizzate e la stesura di carta di rilievo del verde urbano, in cui siano riportate le principali tipologie rilevate;
  2. un regolamento del verde con le norme sulla progettazione, attuazione e manutenzione del verde, con le modalità riguardanti le nuove realizzazioni pubbliche e private. Regole dettagliate riguardanti le modalità di esecuzione degli interventi di manutenzione. Sarà utile indicare anche un elenco delle specie e delle tipologie suggerite per le diverse funzioni ornamentali e fruitive soprattutto per viali alberati, giardini pubblici e parchi privati;
  3. un piano degli interventi sul verde pubblico, che indichi i criteri per l’ingaggio di professionisti specialisti del settore; le modalità di attuazione degli interventi sul verde pubblico con le particolari indicazioni per situazioni particolari: interventi d’ingegneria naturalistica in aree degradate; difesa della vegetazione in aree di cantiere; difesa del suolo in aree urbane; tutele di aree protette di tipo naturalistico e paesaggistico;
  4. un piano generale di programmazione del verde, che preveda la pianificazione della spesa e degli interventi di estensione e manutenzione delle aree verdi nel breve, medio e lungo periodo, unitamente a iniziative di valorizzazione e promozione culturale del verde anche con programmi di educazione ecologica per gli studenti delle scuole locali e tutti i cittadini.
  5. un Osservatorio del verde da costituire per monitorare e osservare il paesaggio, la relazione tra il sistema paesaggistico generale e le aree verdi di scala urbana che interessano gli abitanti dei quartieri cittadini e le frazioni. L’Osservatorio, oltre a occuparsi del verde urbano e del suo rapporto con la società civile, prende in esame le problematiche che interessano tutta l’area comunale per quanto riguarda lo “sviluppo del territorio”, la “conservazione delle valenze paesaggistiche”, le forme di agricoltura tradizionale e le nuove produzioni agricole. Lo scopo principale è la promozione di un coordinamento tecnico in materia di verde urbano, nonché la formazione di un sistema organico di spazi verdi nelle aree urbane della pianura e della collina. L’Osservatorio può svolgere anche un’attività di studio e di ricerca sulla riqualificazione urbana degli spazi verdi; fare ricerche per la riqualificazione del verde spontaneo e degli orti urbani, per l’utilizzazione degli spazi incolti, per la progettazione d’interventi pilota per la programmazione di nuovi impianti verdi legati a funzioni sociali ed educative, per la tutela e conservazione dei giardini storici pubblici e privati.
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