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Il vescovo Massara accanto alla Madonna della Pace
Il vescovo Massara accanto alla Madonna della Pace

Il vescovo Francesco Massara: “Il MARec è un salotto di bellezza”

San Severino è sede del nuovo Museo diocesano, allestito all’interno del palazzo vescovile. Ecco un’intervista – tratta da InTerris (quotidiano digitale fondato da don Aldo Buonaiuto) – a monsignor Francesco Massara, vescovo di Camerino-San Severino.

Come è nata l’idea del MARec?

“Questo museo è nato dall’idea di due anni fa. Venendo a visitare questo palazzo l’ho trovato pieno di ponteggi e di opere ammassate nel deposito, circa 2.500. Considerati i tempi di ricostruzione delle chiese di origine – notoriamente molto lunghi – mi sono chiesto se queste opere dovessero necessariamente rimanere chiuse in un deposito oppure potessero essere messe a disposizione della nostra comunità”.

Come siete riusciti a realizzare il MARec?

“Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione del Ministero dei Beni culturali e a un progetto di rifunzionalizzazione sostenuto dalla Regione Marche con i fondi comunitari. Ma la forza principale è stata la collaborazione tra tutte le parti in campo. In primis, la Diocesi e il Comune di San Severino. Ancora una volta la nostra Chiesa ha offerto testimonianza di saper fare squadra lasciando un segno di ottimismo e progettualità rivolto alle comunità della Diocesi e all’intero territorio del cratere. Unire le energie migliori ha consentito di mettere a disposizione di tutti un salotto di arte e splendore che riesca a indicare una strada di condivisione e rilancio”.

Quali opere sono state scelte ed esposte?

“Tanti sono i capolavori restituiti alla cittadinanza, recuperati all’indomani delle scosse che hanno distrutto molte delle chiese dove erano alloggiati precedentemente. I beni trasferiti e conservati in tre depositi diocesani e in quello statale di Ancona sono in tutto ben 6.450. Ricchissimo è il patrimonio esposto al MARec. Tra i tanti, gioielli artistici come la Madonna del Monte di Lorenzo d’Alessandro o la statua lignea della Madonna di Macereto. Senza dimenticare il capolavoro principale…”.

A quale capolavoro si riferisce?

“La famosissima Madonna della Pace di Bernardino di Betto Betti, più noto come Pinturicchio. La Madonna della Pace – quale titolo più azzeccato visti i tempi che stiamo vivendo? – è un dipinto a olio su tavola di 143 cm x 70 cm databile al 1490 circa, precedentemente conservato nella Pinacoteca civica Tacchi Venturi di San Severino. D’ora in poi resterà esposto al MARec in quanto capolavoro di questa Diocesi. Esposti anche la Madonna col Bambino in trono tra i santi Pietro e Paolo e la Madonna col Bambino in trono tra i santi Giuseppe e Girolamo di Giovanni Andrea De Magistris di Caldarola; ma anche la Madonna presenta il Bambino a Santa Margherita, San Giovanni Battista e due angeli, di Orazio Gentileschi. Opere, queste ultime tre, precedentemente esposte al Museo civico diocesano di Visso, nell’ex-chiesa di Sant’Agostino. Il terremoto del centro Italia del 2016 e del 2017 aveva provocato gravi danni all’edificio museale; pertanto, i locali della chiesa e del convento agostiniano sono stati chiusi e la maggior parte delle opere è stata messa in sicurezza qui a San Severino. In attesa della fine dell’emergenza, le opere sono ora fruibili di nuovo”.

Cosa rappresenta il MARec per la diocesi e per il territorio?

“Possiamo definire il MARec il museo della rinascita. Per due motivi. Il primo: l’enorme patrimonio artistico di un’area così duramente colpita dal sisma tornerà a essere fruito e a costituire un ulteriore motivo di richiamo per un bellissimo territorio che merita la massima valorizzazione culturale e turistica”.

Qual è il secondo motivo?

“Il progetto prevede la creazione di un polo museale, sede di laboratori di restauro per tavole, affreschi e sculture danneggiati dal sisma. Accanto ai capolavori esposti entrerà dunque in funzione anche un laboratorio di restauro nel quale la creatività artistica potrà unirsi al desiderio di costruire con il proprio talento un futuro finalmente luminoso”.

Dopo due anni di lavoro, l’inaugurazione dinanzi alla cittadinanza e alle autorità…

“Sì. E’ stato un momento molto emozionante. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato, dai progettisti agli operai, e tutti i miei collaboratori della Curia, l’amministrazione; il professor Sgarbi e le autorità tutte. Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra. Questo è un salotto di bellezza! Il laboratorio di restauro è stato creato con la collaborazione dell’Università di Camerino, dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e dell’Istituto di restauro di Roma. Credo che offriremo qualcosa di bello non solo a San Severino città, ma anche alle Marche, all’Italia e al mondo. Perché l’arte non è fine a se stessa: ci aiuta a riscoprire la bellezza dell’anima e rappresenta anche un momento di gioia e speranza!”.

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