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L'ospedale di San Severino
L'ospedale di San Severino

Dal ‘no profit’ un impegno civico a difesa della sanità locale

Quattro associazioni di San Severino – Help Sos Salute e Famiglia, Croce rossa italiana, Avis, Tribunale per i diritti del malato e Caritas vicariale – si sono incontrate per parlare di sanità, dell’ospedale “Bartolomeo Eustacchio” e dei servizi socio-sanitari del territorio più in generale.

Lo scopo: iniziare un percorso comune di impegno e condivisione per fare proposte, evidenziare problematiche, carenze e inadempienze di gestione in tema di sanità, con attenzione particolare anche a prevenzione e ambiente. Un impegno civico per la salute pubblica, come bene essenziale che tutti
accomuna. Senza dimenticare come i disservizi della sanità abbiano grande incidenza anche nel determinare situazioni di povertà, a volte fino a rinunce alle cure vere e proprie per motivi economici. Ci si propone di sensibilizzare e coinvolgere i cittadini, altri enti del terzo settore, le Istituzioni, aperti a qualsiasi forma di collaborazione.

Nello stesso incontro è stato sottoscritto un verbale di intesa nel quale sono state evidenziate iniziali priorità.

Eccole, in sintesi.

Delibere e mozioni approvate dalla Giunta regionale in attesa di una soddisfacente attuazione

La n. 959 dell’8 agosto 2016, che stabiliva il riassetto della struttura ospedaliera dopo la chiusura del Punto nascita e della Pediatria. Tra le altre cose era prevista la Week surgery come Centro di riferimento per l’Area vasta provinciale, ma oggi ha un solo chirurgo in organico, una lunga lista di attesa e una carenza/assenza di altre figure specialistiche. Ad esempio per l’urologia non c’è neppure un servizio ambulatoriale.

Il “percorso della gravidanza a basso rischio” è svolto in alcuni giorni dall’équipe di Macerata, ma chiaramente ha la necessità di poter contare su un ginecologo che assicuri una presenza prestabilita durante la settimana, come punto di riferimento per il notevole bacino di utenza che la nostra zona ha sempre espresso. Per la Pediatria inoltre occorre segnalare la non attivazione della Guardia medica pediatrica (mozione approvata in Consiglio regionale il 25 giugno 2019), così come l’orario dell’ambulatorio pediatrico risulta insufficiente.

Le tante carenze di servizi ambulatoriali, come ad esempio la Cardiologia con lunghissime liste di attesa, in considerazione anche dell’età media piuttosto elevata della popolazione.

L’attivazione della Lungodegenza senza un proprio organico definito.

Un altro nodo da sciogliere è rappresentato dalla determina del D.G. Asur n. 742 (tuttora sospesa) che, se applicata, penalizzerebbe ulteriormente servizi importanti quali l’Hospice, l’Oncologia e la Radiologia (già carente di medici e tecnici), peraltro con la necessità di incentivare la diagnostica.

Il Servizio di primo soccorso e di Soccorso emergenza

E’ da rivedere in un contesto generale nel quale si evidenziano carenze di uomini e mezzi. La rete di soccorso va potenziata anche con mezzi di soccorso avanzato, al fine di garantire l’accesso nei grandi Centri specialistici in tempi adeguati.

Servizio di assistenza domiciliare integrata

L’Adi pure è da rivedere e organizzare secondo criteri aggiornati, perché carente sia per l’aspetto sanitario, sia per la parte socio-assistenziale e riabilitativa. E’ indispensabile l’integrazione con figure specialistiche quali Geriatra, Fisiatra, Urologo.

Ausili sanitari ai disabili

Assolutamente da rivedere la modalità di assegnazione degli ausili sanitari ai disabili. Ci si imbatte in una procedura medico-burocratica che ha dell’incredibile: una serie di passaggi che richiede un periodo di tempo lungo e non preventivabile e che spesso costringe l’interessato ad acquistare o
affittare l’ausilio, con il risultato che viene pagato sia dal cittadino che dallo Stato. A volte, quando è finita la pratica burocratica, l’ausilio non serve più. E si scopre che l’Asur non lo rivuole indietro, anche se nuovo.

Il Servizio CUP

Sarebbe opportuno rivedere il modo di prenotazione, affinché non sia a livello regionale ma di sola Area vasta, soprattutto per agevolare la fascia di popolazione che non dispone della possibilità di fare grandi spostamenti per una visita.

“Queste sono alcune delle situazioni e istanze che vogliamo portare all’attenzione di amministratori e politici, nelle opportune sedi”, conclude la nota sottoscritta dalle quattro importanti realtà “no profit” di San Severino.

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