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Il particolare della pala d'altare di Bernardino di Mariotto
Il particolare della pala d'altare di Bernardino di Mariotto

Pillole di cultura settempedana. Architettura picta: la città di Sanseverino nell’arte

La più bella immagine antica conosciuta ad oggi della città di Sanseverino la troviamo sulla pala d’altare che Bernardino di Mariotto (Perugia, 1478 ca. – 1566) dipinse tra il 1512 e il 1514 per la chiesa conventuale di San Domenico.

La città si trova, come di consueto, in mano al santo Patrono Severino, adagiata su un libro. La veduta, che ripropone fedelmente l’orografia della città è molto minuziosa, quasi si trattasse di una vera e propria miniatura nel rappresentare i singoli edifici. Vi si vede, ad esempio, la Torre civica, detta anche degli Smeducci, con le bugne angolari in pietra e le antiche finestre destinate all’avvistamento (la campana era all’esterno, sulla copertura, posta sotto una tettoia). Alla sua destra si apprezza la sagoma imponente dell’antico Palazzo dei Governatori, oggi ridotto a rudere inglobato dal muro di cinta del giardino del Convento di Santa Chiara. Si vedono distintamente i campanili trecenteschi delle chiese di Sant’Agostino, di San Lorenzo in Doliolo, della chiesa di San Severino al Monte, opere riconoscibilissime di quei capomastri lombardi che tanta parte ebbero nella costruzione della citta nell’epoca del suo massimo sviluppo economico dei secoli XIV e XV. Si apprezza anche la fisionomia del quartiere di San Marco, posto sulla parte destra del Monte Nero e la piccola chiesina della Pitturetta, lungo la strada che, tagliando diagonalmente il fianco del colle, connetteva la parte bassa della città col Castello. Sono anche da notare, a valle, le possenti mura trecentesche merlate, così come lo sono le alte porte d’accesso alla città.

Nessuna altra immagine conosciamo così nitida e particolareggiata fino alla preziosa pianta che incise Cipriano Divini nel 1640.

Luca Maria Cristini