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I lavori in piazza per rimuovere la cupola del campanile
I lavori in piazza per rimuovere la cupola del campanile

Rimossa la cupola del campanile di San Giuseppe

In Piazza del Popolo una gru sta provvedendo a rimuovere la cupola del campanile di San Giuseppe. Diverse persone si sono radunate in piazza per assistere. Fra loro anche l’architetto Luca Maria Cristini, da sempre in prima linea per quanto riguarda i beni culturali, che ci ha spiegato l’attuale situazione del patrimonio artistico nel maceratese. Al momento le emergenze sono concentrate a Visso, Castel Sant’Angelo e Camerino, dove si stanno recuperando tele e affreschi (tra i tanti un Tiepolo, a Camerino). San Severino, per il momento, non presenta emergenze. Il problema è il Ministero dei Beni culturali, praticamente non pervenuto: “Purtroppo – ha spiegato Cristini – i tecnici del Mibact sono ottimi tecnici, ma non hanno la necessaria preparazione. E il problema è che devono seguire lo stesso, identico, protocollo in caso di gravi crolli e lesioni lievi. Non c’è un sistema nello stabilire le emergenze, qui in zona stiamo lavorando in due. Abbiamo 486 chiese, le emergenze al momento sono 20, per cui siamo ovviamente partiti da quelle. Ma in questo senso siamo da soli”. Il Mibact si è recentemente distaccato dal sistema della Protezione civile, che ora non ha più spazio d’intervento sui beni culturali. “Il Ministero – ha affermato recentemente Cristini – ha sempre mal digerito di non avere autonomia organizzativa in emergenza, mal tollerato la presenza di volontari, mal visto interventi esterni sui suoi meccanismi organizzativi. Così ha tolto dall’eccellente sistema nazionale della Protezione civile, questo virtuoso meccanismo che affronta le emergenze, tutto quanto concerne il patrimonio culturale. Si aggiunge così catastrofe a catastrofe. Manca a questo Ministero quella cultura di emergenza che, in anni e anni, Zamberletti e Galanti hanno conferito alla Protezione civile”. Quando si parla di terremoti ci sono sempre due diversi ambiti: da un lato quello artistico e culturale, dall’altro quello più legato alla vita quotidiana (scuole, ospedali e abitazioni private). Sono tutti d’accordo sul fatto che la priorità è la vita (e la sua qualità), ma di certo non va dimenticato ciò che dà valore a un paese in termini turistici e culturali. I beni artistici sono una ricchezza oltre che un simbolo di appartenenza, dunque la speranza di tutti – per San Severino come per i Comuni limitrofi – è che si riesca a salvare quanto più possibile, per far sì che la provincia riparta al più presto.

Alessandra Rossi

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