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Enzo Decaro al Feronia
Enzo Decaro al Feronia

Decaro: “Qualunque credenza, portata all’estremo, può essere dannosa e pericolosa”

Sabato 22 gennaio è andata in scena al teatro Feronia la commedia Non è vero ma ci credo, scritta nel 1942 da Peppino de Filippo e diretta da Leo Muscato, con un allestimento rinnovato nell’ambientazione temporale ma che conserva la sua caratterizzazione marcatamente partenopea.

Sullo sfondo della Napoli pop degli anni ’80 si svolge una storia tragicomica dai risvolti inaspettati. L’imprenditore Gervasio Savastano, interpretato da Enzo Decaro, è ossessionato dal tema della superstizione e si circonda unicamente di individui che presentano le caratteristiche giuste per attrarre buona sorte; quando nel suo ufficio si presenta Alberto Sammaria, giovane sveglio e qualificato in cerca di un impiego, questi entra immediatamente nelle grazie del superiore per il fatto di essere gobbo, caratteristica fisica che parrebbe garanzia di fortuna e prosperità. In effetti, da quel momento le cose sembrano andare molto bene per Savastano, che farà di tutto pur di tenere legato a sé il giovane, arrivando a combinare le nozze tra lui e la figlia; tuttavia, vedrà le sue convinzioni crollare nel momento in cui scoprirà che si è trattato di un inganno orchestrato da Sammaria e dalla figlia, sfruttando la credulità ed il cinismo dell’uomo, e che la gobba non c’è mai stata.

Una storia che si adatta senza fatiche anche al presente, in cui imperversano fake news e notizie spacciate per verità assolute. Come dice lo stesso Decaro, “la modernità dell’opera sta nel fatto che qualunque credenza, portata all’estremo, può essere dannosa e pericolosa, andando a minare i sentimenti, i rapporti e le relazioni tra le persone”. Savastano è costretto a guardare negli occhi la realtà e ad ammettere che questa non può essere pilotata da amuleti e formule propiziatorie: alla fine, dichiara al matrimonio dei due giovani, bisogna spendersi solo per cercare di essere felici.

Sara Della Mora

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