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Roberto Taddei fra i cinque cerchi dello stadio olimpico
Roberto Taddei fra i cinque cerchi dello stadio olimpico

“Torno dalle Olimpiadi con una valigia piena di emozioni”

Mentre sono sul volo di rientro da Tokyo, ripenso a quanto accaduto in questi 25 giorni di vita giapponese e mi tornano in mente i tantissimi momenti vissuti, le moltissime emozioni, le persone incontrate e conosciute, le situazioni verificatesi sul lavoro…
Mi accorgo quindi che non potrei menzionare tutto e allora ho deciso di raccontarvi i tre aspetti che più mi hanno colpito.

Parto dal lavoro e dico subito che alle Olimpiadi partecipano solo le eccellenze delle aziende che fanno i services nei vari settori. Si lavora a stretto contatto con professionalità elevate e in ogni momento bisogna dimostrare di conoscere a fondo il proprio lavoro per rispondere alle richieste di tutte le varie parti coinvolte. Da quando ho iniziato a lavorare per la Data Project ho partecipato a diverse finali di Champions League, diverse Final six di Vnl, a un Mondiale maschile con fase finale a Torino e ora a un’Olimpiade, ricevendo l’incarico di fare la finale per l’oro maschile. Di tutto questo ringrazio il mio Team Leader Antonio, il Capo spedizione Mauro per la fiducia accordatami e per avermi dato l’opportunità di vivere quei momenti, oltre a tutti gli altri colleghi presenti, per la collaborazione e l’affiatamento.

La finale in un’Olimpiade non ha eguali, per tipo e quantità di emozioni che scatena.

Il secondo aspetto che voglio raccontare è inerente alla città di Tokyo. Un misto di tecnologia e tradizioni, che si mescolano e rendono questa città unica. Una metropoli che vive sempre nell’ordine, senza caos, senza rumori assordanti. Tutto è a dimensione d’uomo. Mai ci si sente in pericolo. La cordialità del popolo giapponese stupisce e al contempo aiuta a integrarsi immediatamente nel suo modo di fare e a rispettare senza fatica le sue regole.

Il terzo aspetto riguarda il Covid 19. Queste saranno ricordate anche, purtroppo, come le Olimpiadi svoltesi in piena pandemia.
Noi abbiamo vissuto in quarantena controllata per tutto il tempo, con tamponi salivari Pcr quotidiani nei primi giorni e ogni 4 giorni nella fase finale. Tutto si è svolto attraverso l’uso di App e siti internet. Ognuno di noi sapeva cosa fare per registrare il proprio test, dove consegnarlo e come trovare il referto delle analisi. All’inizio pensavamo che il meccanismo avrebbe avuto degli intoppi. Invece ci siamo trovati a vivere la situazione come se il Comitato organizzatore svolgesse queste procedure da anni! Questo è un ulteriore elemento che testimonia la capacità nipponica di organizzare e far funzionare in ordine ed armonia ogni cosa.

Vivere una Olimpiade è qualcosa di unico.
Viverla in una città come Tokyo, arricchisce molto dal punto di vista dei rapporti umani. La gentilezza, la cordialità e il rispetto con i quali un giapponese sì pone rendono la rigidità dei suoi comportamenti adorabile.

Domani ci si riposa.
Da dopodomani si inizia a pensare ai prossimi impegni.
Il motto resta sempre lo stesso: #daje!

Roberto Taddei

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