Nella chiesa di Sant’Apollinare a monte gli abitanti della frazione di Serralta hanno festeggiato anche quest’anno il loro patrono. Alla funzione religiosa, celebrata all’aperto e al calar del sole da padre Luciano Genga, arrivato dalla vicina Treia, hanno partecipato in molti, tutti rigorosamente distanziati e muniti di mascherine. Seduti su balle di fieno – servite anche per realizzare il provvisorio altare esterno – gli uomini e le donne di Serralta hanno dimostrato ancora una volta il loro attaccamento alla terra d’origine e un bellissimo senso di appartenenza alla propria comunità. Dopo la messa, cena frugale condividendo – sotto le stelle – ciò che ognuno aveva portato da casa.
Il “tam tam” della festa – che ricorre ogni anno il 23 luglio – era scattato nei giorni scorsi col solito “passaparola”: un metodo che non tradisce mai, oggi peraltro amplificato dai cosiddetti social e dai gruppi WhatsApp. Non a caso, gli amici del Castello di Serralta ne hanno creato uno tutto loro proprio per tenersi in contatto, scambiarsi informazioni, auguri e saluti, immagini del territorio e, perché no, anche qualche simpatica battuta. “Sì, lo spirito è questo – ci racconta Sergio Sparvoli, uno dei promotori dell’iniziativa – e durante il lockdown è stato uno strumento importante di contatto e aiuto reciproco, tant’è che siamo arrivati pian piano ad avere oltre un centinaio di adesioni. Ci sono tutti i serraltani, non solo quelli che risiedono nella frazione, ma anche chi è nativo di qui e oggi vive lontano per ragioni di lavoro. Ognuno ha i suoi ricordi, i suoi affetti più cari, proprio legati a Serralta. Il gruppo WhatsApp ci aiuta a rimanere uniti, anche nella lontananza”.
Insomma, un’altra bella idea degli infaticabili uomini e donne di questo spicchio del territorio settempedano.