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Home | Cultura | Recensione: “Ella & John”, un sereno viaggio verso la fine
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Una scena del film
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Recensione: “Ella & John”, un sereno viaggio verso la fine

Pubblicato da Mauro Grespini in Cultura 1,442 Visite

Il film Ella & John – The Leisure Seeker (adattamento cinematografico del libro In viaggio contromano, di Michael Zadoorian), è l’ultimo lavoro di Paolo Virzì, da poco uscito nelle sale. I protagonisti della vicenda sono Ella (Helen Mirren) e John (Donald Sutherland), una coppia anziana, insieme ormai da cinquanta anni. I due decidono di intraprendere un viaggio, all’insaputa dei figli, verso il sud degli Stati Uniti, per andare a visitare la casa di Ernest Hemingway (autore molto amato dal protagonista John, insegnante, ormai in pensione, di letteratura), sita a Key West, Florida. Lungo lo sviluppo della vicenda, emergono i caratteri dei due personaggi: tra trovate divertenti e momenti tristi, lo spettatore viene a conoscere l’insieme di affetti, gelosie e tradimenti della vita dei due protagonisti. Inoltre, più gli anziani si avvicinano alla meta, più la malattia di John (una forma di Alzheimer) e il tumore di Elle (un male ormai esteso a tutto il corpo, non più guaribile) progrediscono.
In questa occasione, l’autore ha saputo mettere in gioco se stesso, cimentandosi in una pellicola per certi aspetti “nuova” rispetto ai suoi passati lavori, ma sempre ancorata alla sua caratteristica leggerezza narrativa che non cede alla superficialità. Già negli ultimi film del regista livornese, possiamo notare un progressivo allontanamento dai toni della commedia con cui egli si è affermato (come nei lungometraggi Ferie d’agosto, Ovosodo e My Name Is Tanino) per avvicinarsi al dramma (Il capitale umano, La pazza gioia). In questa pellicola (come, in parte, nelle ultime due), Virzì opta maggiormente per il dramma, senza, però, abbandonare del tutto i toni della commedia: il suo lavoro è una costruzione di equilibri, senza che un tono predomini troppo rispetto all’altro; si ride e si è tristi, ciclicamente. Perché così è la vita: commedia e dramma insieme, felicità e tristezza che si alternano. E Virzì vuole ciò nei suoi ultimi film: vuole rappresentare la vita in questa sua duplicità, costruendo trame originali che non abbiano intoppi né incongruenze. Con questo suo ultimo lavoro, un “road movie” atipico, che non ha nulla di avventuroso, il regista ha realizzato un buon lungometraggio, triste e divertente, dolce e amaro al tempo stesso, apprezzabile sia dal pubblico italiano che americano. Scrivendo un’ottima sceneggiatura (grazie anche alla collaborazione di autori come Stephen Amidon, Francesca Archibugi e Francesco Piccolo) e servendosi di due interpreti straordinari da premio Oscar, Paolo Virzì è riuscito a dare vita ad una pellicola dal tono caratteristico e unico, costruendo una storia d’amore che va oltre gli stereotipi del genere, un amore che va oltre i limiti biologici: l’amore che i due anziani vivono è un rapporto speciale, così stretto e intenso, che non potrà mai essere fermato dal tempo e dalla morte. La gita di Ella e John non è solo uno spostamento fisico, ma è un vero proprio viaggio interiore della coppia, dove i due arrivano a conoscersi profondamente e definitivamente, scoprendo dei piccoli lati del loro rapporto celati per quasi cinquanta anni, fino a giungere al triste, ma non deprimente, epilogo. La coppia arriva fin nel sud degli States non per conoscere nuovi luoghi, ma per conoscere e accettare loro stessi e la loro natura. Per il bene che si sono voluti, vogliono arrivare, serenamente, alla loro fine, alla conclusione dei loro giorni, per approdare, quietamente, insieme, al loro capolinea, e per poter proseguire (sempre insieme) oltre, dove il corpo non può andare.

Silvio Gobbi

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recensione cinematografica 2018-02-04
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