Maturità ai tempi del Covid-19: sicuramente insolita, ma pur sempre una delle tappe più importanti della vita di molti giovani. Così, abbiamo chiesto a quattro liceali settempedane come l’hanno vissuta e quali sensazioni sono affiorate in questa esperienza.
Elena Taborro, liceo scientifico “Filelfo”:
“La preparazione all’esame è stata più autonoma rispetto agli altri anni, anche perché fino a poco prima dell’evento quasi nessuno sapeva dirci come si sarebbe poi svolto, a causa dei tanti cambiamenti in atto. Sicuramente è stata una conclusione di un percorso molto diversa dal solito. Non abbiamo potuto svolgere l’ultima gita, non siamo stati insieme “l’ultimo giorno di scuola”, vissuto solo virtualmente. L’esame in sé, poi, è stato più semplice rispetto agli altri anni, ma personalmente avrei preferito fare tutte le esperienze (scritti compresi) che purtroppo abbiamo dovuto evitare. Credevo che i giorni prima dell’esame sarei stata molto agitata, invece, inaspettatamente ero piuttosto tranquilla. Così ho svolto la mia “interrogazione” in un clima piuttosto familiare (poiché i professori erano tutti interni). E, una volta uscita dalla scuola, mi sono sentita più libera, pronta a intraprendere un nuovo percorso”.
Alice Ottaviani, liceo classico “Filelfo”:
“È stata dura prepararsi all’esame. Abbiamo saputo solo a fine maggio come si svolgeva l’orale. Da lì abbiamo iniziato a ripassare tutti insieme, spostandoci su vari blocchi tematici. Alla fine è stato un esame piuttosto “semplice” in quanto non abbiamo fatto gli scritti, così abbiamo dato il massimo all’orale. Inoltre, avendo l’intera commissione interna, c’era un clima piuttosto familiare. Niente timidezza. Prima di affrontarlo, comunque, ero piuttosto ansiosa di rivedere tutti quei prof che non vedevo da febbraio. Appena sono entrata mi sono seduta e il tempo è volato. Dopodiché sono stata felicissima di come è andata. È stata una passeggiata”.
Alessia Lullo, liceo scientifico “Filelfo”:
“La preparazione all’esame non credo che sia stata molto diversa rispetto a quella degli altri anni. Con la modalità a distanza non abbiamo però fatto incontri di ripasso generale e neanche prove per eventuali percorsi tematici. Sicuramente un po’ sono dispiaciuta perché l’esame di maturità segna la fine di un percorso e l’inizio di un altro; così sento di aver superato questa prova solo in parte. Ma in fondo, vista la situazione, sono felice almeno di averlo affrontato in presenza, guardando in faccia le persone che mi hanno accompagnato in questi anni. Comunque, essendo una persona molto ansiosa, i giorni precedenti all’esame per me sono stati tremendi; per la paura delle domande, per l’argomento a sorpresa della terza parte e soprattutto perché sono stata la prima della mia classe. Ma una volta entrata i professori mi hanno messo subito a mio agio ed è andato tutto per il meglio. Appena uscita mi sono sentita più leggere, come se un peso enorme fosse sparito improvvisamente”.
Sara Della Mora, liceo classico “Filelfo”:
“Prepararci per l’esame di giugno è stato un compito che, nonostante il sostegno delle lezioni online, abbiamo dovuto svolgere prevalentemente in autonomia. L’organizzazione dello stadio è stata quasi totalmente nelle nostre mani e questo ha richiesto un notevole sforzo da parte nostra. E’ stata sicuramente una ‘prova di maturità’ anche questa, a prescindere al colloquio stesso. L’esame orale in sé per sé è stata un’esperienza piacevole: una chiacchierata di un’ora con i nostri professori, che hanno fatto di tutto per metterci a nostro agio, ma che non per questo hanno lesinato sugli argomenti da chiedere. E’ stato molto strano ritornare tra i banchi e rivedere tutte le facce davanti a noi in semicerchio dopo tre mesi su Google Meet. Inoltre, i momenti precedenti sono stati carichi di agitazione, perché noi ci giocavamo tutto sull’orale e dovevamo tirar fuori il massimo da quello. L’ansia però si è dissolta dopo i primi cinque minuti di colloquio. Il tempo è volato e alla fine quasi mi dispiaceva che fosse già tutto concluso”.