Una serata speciale organizzata per salutare un’occasione unica, ovvero i cinquant’anni dalla pubblicazione degli Xenia, raccolta di poesie di Eugenio Montale, stampata a San Severino nel 1966. E’ stata la sontuosa cornice della residenza di charme “La Villa” di Cesolo ad ospitare l’incontro, promosso dai Teatri di Sanseverino, dall’Associazione Archivio Storico Tipolitografia Bellabarba e dal Macerata Opera Festival, nell’ambito della nuova stagione dei Teatri Aperti per Ferie e del Festival Off. “Per il quinto anno consecutivo – ha sottolineato il direttore artistico dei teatri settempedani, Francesco Rapaccioni, introducendo l’evento culturale – si rinnova questo gemellaggio culturale fra i nostri Teatri ed il Mof che rinsalda un forte legame fra queste due entità ormai molto seguite dal pubblico ma anche fra territori che sono accomunati dalla storia e dai personaggi che hanno fatto quest’ultima come Ireneo Aleandri, architetto settempedano che progettò sia lo Sferisterio di Macerata che il Feronia di San Severino”.
Protagonisti indiscussi dell’appuntamento sono stati il direttore del Macerata Opera Festival, Francesco Micheli, quello dei Teatri di Sanseverino, Francesco Rapaccioni, Donella Bellabarba dell’Associazione Archivio Storico Tipolitografia Bellabarba che ha mostrato la prima copia degli “Xenia” stampata dai maestri tipografi Narciso e Folco Bellabarba e, infine, Giovanna Zampa, figlia dell’indimenticabile Giorgio Zampa, settempedano, giornalista e germanista, per tanti anni critico lirico del Corriere della Sera.
Fra i numerosi ospiti anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, già direttore di Canale 5 e Italia 1 e fondatore della casa di produzione televisiva Magnolia che è arrivato nel tardo pomeriggio accompagnato da Christophe Sanchez, suo capo di gabinetto e amministratore delegato di Turismo Bergamo, e da Andrea Compagnucci, responsabile della comunicazione istituzionale dell’associazione Arena Sferisterio. Gori, che condivide con Macerata il direttore artistico Francesco Michelli, è stato ricevuto in Municipio dal sindaco, Rosa Piermattei, con la quale ha poi effettuato un tour, guidato dal direttore dei Teatri, Francesco Rapaccioni, al piano nobile del Palazzo comunale e al teatro Feronia. Poi la serata a “La Villa” di Cesolo, dell’imprenditore Sandro Teloni, cui hanno preso parte, fra gli altri, anche il sindaco di Macerata e presidente del Cda dello Sferisterio, Romano Carancini, gli assessori comunali Sara Bianchi e Vanna Bianconi, il presidente del Consiglio comunale Sandro Granata, i consiglieri Piero Pierandrei e Francesco Borioni, il capo di gabinetto della presidenza del Consiglio regionale, Daniele Salvi, il presidente della Confartigianato provinciale, Renzo Leonori, e altre personalità.
“E’ stata una serata speciale – ha sottolineato il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei – per tutti noi e in particolare per me che mi sono sentita a casa in questo luogo dove ho trascorso molti momenti felici della mia infanzia. Un momento che ho voluto condividere con le persone che mi sono intorno e con tutti i settempedani oltre che con due graditi ospiti quali i colleghi sindaci di Macerata, Romano Carancini, e di Bergamo, Giorgio Gori, con cui ho avuto momenti di piacevole confronto prima e dopo lo spettacolo”.
Molto toccante il ricordo di Giovanna Zampa: “Montale è stato mio padrino di battesimo e quindi una figura da sempre presente nella mia vita e molto legata alla mia famiglia. Ultimamente penso spesso alle memorie. Di Montale di sicuro ricordo i racconti, era un vero gentiluomo. Oltre ai ricordi personali spesso ricordo quelli che di lui facevano i miei genitori. Frequenti erano allora le nostre visite a zio Eugenio. Ricordo molto bene Gina, la sua governante, che apriva la porta di quella casa scura. Ricordo il colore grigio delle pareti, le persiane chiuse e il forte odore di sigari. Il nostro saluto era un bacetto. Quando si stufava muoveva continuamente le labbra e borbottava solo brevi risposte quando non gli piacevano le domande. Con mio padre condivideva l’interesse per il Corriere della Sera. Nel 1975, quando gli fu dato Nobel, papà c’era”.
La serata si è concentrata sulla figura del premio Nobel italiano come appassionato e critico di musica, riflettendo su quanto de Il trovatore si possa trovare nei componimenti poetici dedicati alla moglie Drusilla Tanzi, soprannominata amichevolmente “la Mosca”, morta nell’ottobre del ‘63.
Il direttore artistico dello Macerata Opera Festival, Francesco Micheli, ha spiegato al numeroso pubblico la storia di Azucena, Manrico, Leonora ed il Conte di Luna, facendo particolare attenzione a tutto ciò che non succede sul palcoscenico, ma che è il motivo scatenante di tutta la tragedia. Micheli ha poi letto la poesia “Timor di me” di Pier Paolo Pasolini, ispirata alla prima scena del quarto atto dell’opera.