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Home | Consigliati | Alunni delle scuole medie “esploratori” in… città
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I ragazzi della 2^ A con la professoressa Ricciardi e l'avvocato Rapaccioni
I ragazzi della 2^ A con la professoressa Ricciardi e l'avvocato Rapaccioni

Alunni delle scuole medie “esploratori” in… città

Pubblicato da Mauro Grespini in Consigliati 1,324 Visite

Ospitiamo molto volentieri gli articoli di alcuni ragazzi della classe 2^ A della scuola media “Tacchi Venturi” che raccontano la loro esperienza didattica alla scoperta di San Severino.

Ecco il primo racconto, firmato da Sara

E’ stato un percorso durato tutto l’anno quello effettuato dagli alunni della 2^A dell’Istituto comprensivo Padre Tacchi Venturi, alla scoperta dei beni culturali di San Severino, legati al programma di studi della classe. Grazie alla fiducia che la professoressa Sabrina Ricciardi rivolge ai suoi studenti, si è potuto uscire e ricercare sul territorio le testimonianze architettoniche o storico-artistiche degli eventi storici inseriti nel programma di studio ministeriale. Da ottobre a giugno, durante l’ ora settimanale di approfondimento, la classe si è recata in visita a numerosi luoghi di interesse culturale e artistico, spesso collaborando con la professoressa di arte. I luoghi visitati sono stati inizialmente il santuario di San Nicola da Tolentino, poi a San Severino la Biblioteca, la Pinacoteca, l’abbazia di San Lorenzo in Doliolo, il palazzo comunale, l’antico Carcere mandamentale della città, il santuario di Santa Maria del Glorioso e, infine, il monastero di Santa Caterina. Il luogo maggiormente studiato e approfondito è stato sicuramente la meravigliosa abbazia di San Lorenzo in Doliolo: durante tutto l’anno sono state fatte numerose ricerche e ulteriori visite all’abbazia. Tutto il lavoro svolto è culminato nell’evento della Notte dei Musei, il 17 maggio, quando la classe ha avuto il “compito speciale” di miniguida per una notte accompagnando turisti e curiosi venuti a visitare l’edificio. Le miniguide, elegantissime ed emozionate, hanno trovato questa esperienza originale e interessante, oltre che molto gratificante. Infatti sono stati ricevuti persino dei complimenti per il lavoro svolto. Si spera che anche l’anno prossimo ci sia la possibilità di ripetere questa bellissima esperienza.

Ecco il secondo racconto, firmato da Maddalena

“Ora et labora”. Questa la regola dei monaci benedettini che si legge non appena si entra nel monastero di Santa Caterina. Noi ragazzi della seconda “A” abbiamo potuto ammirarlo nella mattinata del 30 maggio 2014, accompagnati dalla nostra professoressa di Lettere, Sabrina Ricciardi, e dall’avvocato Francesco Rapaccioni, direttore artistico dei Teatri di questa città che gentilmente ci ha fatto da guida. Nei secoli scorsi questo monastero era abitato da più di 200 suore, alcune delle quali giovanissime: potevano entrare persino da bambine. Inizialmente questo monastero era benedettino, successivamente è diventato cistercense. Oggi ha un aspetto settecentesco perché è stato ristrutturato nel XVIII secolo, ma la presenza di un monastero in questo luogo risale al ‘400. Entrando abbiamo subito visitato la chiesa: un grazioso tempio a croce greca con decori della seconda metà del settecento. Nella parte centrale si trova l’ altare maggiore sormontato dalla Deposizione del Cristo morto di Filippo Bigioli, un artista settempedano del XIX secolo; l’altare di sinistra, dedicato a Sant’ Illuminato (protettore degli studenti!) è sormontato da un dipinto di un pittore umbro. Strana è la leggenda che riguarda il santo. Si pensa che durante un terremoto il capo del santo si sia girato verso destra cioè verso il monastero, per rassicurare le monache, e che se si prova a girarla verso sinistra la notte riassume la posizione di prima. Sull’ altare della parete opposta possiamo trovare lo Sposalizio di santa Caterina. Al di là della parte della chiesa accessibile ai fedeli c’è il coro riservato alle monache. Il monastero si eleva su quattro piani e nella parte inferiore possiamo trovare un museo dove ci sono tutti oggetti usati anticamente dalle suore. Ad esempio troviamo una stanza con oggetti dedicati all’allevamento, alla tessitura, una cantina, la cucina arredata come se fosse ancora in uso, una camera da letto e così via. Ho trovato molto interessante la visita al monastero perché ora conosco cose che prima ignoravo, come ad esempio la differenza tra monastero e convento: il monastero è di clausura, mentre il convento non lo è. Entrambi sono luoghi misteriosi, da scoprire… Proprio come abbiamo fatto noi.

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scuola media 2014-06-23
+Mauro Grespini
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TAG: scuola media

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