Sabato 4 ottobre, nei locali della galleria “Lavì! City” di Bologna, è stata inaugurata la mostra personale di Paolo Gobbi Viaggio nell’Ombra. L’esposizione raccoglie dodici incisioni dell’artista e otto dipinti, il testo critico della mostra è curato da Paola Ballesi e, inoltre, nel catalogo è possibile leggere un racconto di Piero Orlandi, gallerista dello spazio Lavì (il catalogo è edito da “Danilo Montanari Editore”).
La mostra è patrocinata dal Comune di Bologna e dal comitato Quartiere Santo Stefano e rientra nella giornata del Contemporaneo AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani); tale manifestazione è giunta alla ventunesima edizione ed è una delle principali a livello nazionale sulla promozione e divulgazione dell’arte contemporanea.
All’inaugurazione hanno partecipato numerose persone e durante l’apertura, Gobbi e Orlandi hanno raccontato la genesi di questa particolare esposizione. Particolare per via delle opere dell’artista e per questa non comune “collaborazione” tra un pittore ed un gallerista. Le tavole di Gobbi sono composte da segni suggestivi, scuri e fitti, capaci di mostrare al pubblico una serie di immagini riconoscibili ed irriconoscibili al tempo stesso: solo l’immaginazione del fruitore può completare, in base alle proprie inclinazioni ed impressioni, il lavoro grafico dell’artista. Questi segni hanno stimolato la fantasia di Orlandi (architetto e autore di diversi racconti e romanzi), il quale ha realizzato, in base alle immagini di Gobbi, il racconto di una serie di personaggi in viaggio: un viaggio immaginario, carico di dubbi e di incognite, per i suoi protagonisti persi lungo un cammino irreale e dai difficili confini.
Le opere di Gobbi ed il racconto di Orlandi si fanno compagnia, si stimolano a vicenda e nella loro enigmaticità chiedono al pubblico costante riflessione ed impegno nell’interpretazione. Le opere di Gobbi sono definite da Paola Ballesi «Stanze di meditazione per vedere oltre il visibile», e lo stesso si potrebbe dire per il racconto di Orlandi, il quale è, sempre usando le parole di Ballesi, una «[…] sequenza narrativa di un viaggio avvincente senza meta»: in sostanza, sia il pittore che il gallerista si fanno artisti e creatori di opere che lasciano al pubblico lo stimolo della ricerca, un’indagine dall’esito mai definitivo.
La mostra sarà aperta fino a sabato 18 ottobre (la sede è Via Sant’Apollonia, 19/a), dal lunedì al sabato, dalle ore 17.30 alle 19.30. Per ulteriori informazioni: spazio.lavi@gmail.com, num. tel. 3892862551, www.spaziolavi.it, Instagram @spazio_lavi.
Silvio Gobbi
Il Settempedano



