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Celeno l'Oscura
Celeno l'Oscura

Parole e immagini: “La straordinaria storia di Celeno l’Oscura”

di Alberto Pellegrino

Nell’Unione montana Potenza Esino Musone esiste Hacca Edizioni una piccola ma straordinaria casa editrice di Matelica diretta da Francesca Chiappa (Corso Vittorio Emanuele 41, direzione@hacca.it), che può vantare un nutrito catalogo, nel quale sono presenti diversi autori importanti tra i quali ricordiamo Carlo Bernari, Libero Biagiaretti Franco Fortini, Gianna Manzini, Raffaele Nigro, Ottiero Ottieri, Sebastiano Vassali, Cesare Zavattini. A noi interessa mettere in evidenza una collana di raffinati volumi cartonati (per ora sono tre), legati al mondo artistico-letterario femminile, perché le storie che contengono sono narrate da scrittrici diverse ma di uguale valore. Queste affascinanti storie mitologiche sono unite da un unico filo conduttore rappresentato dalle tavole disegnate da Elisa Seitzinger, una delle maggiori illustratrici italiane che ha esposto sue opere in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. La Seitzinger è considerata la “sacerdotessa dell’illustrazione italiana” per il suo mondo visivo popolato da creature fantastiche, pieno riferimenti al gotico medievale, ai bestiari, ai tarocchi, a una simbologia che riesce sempre a legare passato e presente, con il risultato di ottenere una originalità e riconoscibilità del suo stile che si rifà alle nostre radici culturali sacre, profane aristocratiche e popolari attualizzate e collocate nell’attuale momento storico e artistico.

1. Nome non ha. La regina Sibilla

Il primo volume Nome non ha (2022) è stato scritto da Loredana Lipperini, autrice di romanzi e di saggi sulla musica, la cultura pop e il femminismo. Tre ragazze arrivano nelle Marche dirette verso il mare, ma un guasto dell’auto le costringe a fermarsi a Serravalle, dove sono ospitate da Viola, una specie di sciamana in cui rivive lo spirito della Sibilla Appenninica. Nella sua casa, dove si sono riuniti degli amici, per tutta la sera si raccontano le antiche leggende legate al Lago di Pilato, alla Regina Sibilla e le sue fate, al regno sotterraneo di questa maga appenninica nascosto nelle profondità del Monte Sibilla al centro di una catena montuosa non a caso denominata i Monti Sibillini.

2. Le fate della Sibilla

Il secondo volume Melusina (2023) è opera di Laura Pugno, poetessa, saggista e narratrice di livello nazionale che racconta la storia di Melusina o Mélusine, un’antichissima fata/sirena/drago nata in Francia durante il Medioevo, la quale vive nelle profondità marine intono all’Isola Stella, un essere straordinario che a volte appare tra gli umani, abbandonando per un momento il suo essere fatto d’acqua e di squame, di spuma di mare e di sale.

3. Melusina

La protagonista Alice arriva in questa piccola isola, dove sorge il Santuario di Nostra Signora della Foresta, per rendere omaggio alle ceneri della nonna Marie-Ange. Ad accoglierla c’è Emma che le racconta la storia di Marie-Ange arrivata dalla Francia negli anni Settanta per fondare nel segno dell’utopia una comune di donne chiamata Le Luci del Nord. Sull’isola nascerà sua madre Agnès, frutto di un’appassionata storia d’amore, una ragazza che parte dall’isola per cercare una diversa esistenza, che rifiuta il segreto custodito dalla madre e diventa una brillante docente universitaria per poi ammalarsi di demenza senile. Alice vuole al contrario rivivere la storia della famiglia, finirà per incontrare Melusina e accetterà di vivere come la nonna in quel mondo di mare e di terra, dove il confine tra la realtà e il sogno è diviso da un sottilissimo confine.

4. Melusina e Alice

Ora è uscito il terzo volume intitolato Celeno l’oscura (2025) che contiene una storia scritta da Viola Di Grado, narratrice, orientalista e traduttrice, vincitrice del Premio Campiello Opera Prima e del Premio Viareggio Selezione della giuria, finalista del Premio Strega, autrice di romanzi tradotti in diversi Paesi nei quali è solita affrontare i temi della incomunicabilità, dell’alienazione e l’illusorietà dell’io. In questo libro viene narrata la fantastica storia delle arpie e in particolare di Celeno, il cui nome significa “oscurità. Le arpie sono dei mitologici e straordinari uccelli dal volto umano che hanno il dono di scrutare l’animo umano, di leggere il futuro e di accompagnare le anime nell’aldilà.

5. Le arpie

Nell’Eneide l’eroe troiano ha occasione d’incontrare le arpie e Celeno gli predice il futuro riguardo al viaggio che dovrà affrontare per giungere in Italia, le sofferenze e gli ostacoli che dovrà superare. La protagonista di questo racconto è Febe Frau, un’antropologa appassionata studiosa delle leggendarie arpie da sempre bistrattate dalla letteratura, dall’arte e dalla cultura popolare. La giovane inizia a lavorare per una “commerciante di futuro”, una veggente che sfrutta le capacità divinatorie delle arpie per predire il futuro, per vendere le loro uova al mercato nero, ricavandone lauti guadagni. Febe comprende allora che può impegnarsi per dare una vita migliore a questi uccelli stupefacenti, proteggendoli da un mondo che li odia. Celeno l’Oscura entra nella sua vita, sovverte ogni gerarchia tra reale e immaginario, scruta l’animo umano da qualsiasi angolazione, spinge Febe ad agire per combattere lo sfruttamento degli animali e per tutelare i diritti degli “ultimi”.

6. Celeno l’Oscura e Febe Frau

Febe Frau è perfettamente consapevole che Celeno è un uccello leggendario che non esiste nella realtà, ma che è anche un essere concreto con il quale ha avuto modo di convivere. Prorpio questa singolare esperienza le ha permesso di raccontare “la storia di Celeno l’oscura, che era un’arpia, dunque la sua storia fa parte di quella delle arpie in generale, come la mia fa parte di quella degli umani, anche se Celeno non si è mai sentita un’arpia e io non mi sono mai sentita un essere umano. Sentirsi parte di una specie è irrilevante: lo sei e basta, è accaduto”. Un giorno Celeno scompare e Febe Frau s’iscrive all’Accademia di Studi Antropornitologici e pubblica la tesi Rimpianto e nostalgia delle arpie che riceve molte lodi e consensi in ambito universitario, in particolare la teoria che le arpie si occupassero delle anime dell’aldilà, per cui Febe diventa un’antropologa molto stimata a livello internazionale: “Iniziai la mia ricerca accademica sul linguaggio silenzioso delle arpie, fatto di sguardi tristi e gesti lapidari che a volte salvano la vita. La mia l’avevano salvata. […] Celeno è una creatura leggendaria, non esiste nella realtà, dunque dipende da me farla esistere”.