Di prevenzione del tumore del colon-retto, screening e stili di vita, si parlerà venerdì 14 giugno (ore 17) nel quarto di una serie di incontri gratuiti e aperti a tutti che si svolge nella sala convegni del Centro medico Blugallery a San Severino.
Il carcinoma del colon retto è una malattia “importante” in termini di salute pubblica: è il secondo tumore più frequente nelle donne e il terzo negli uomini ed è la seconda causa di morte per tumore in entrambi i sessi. Il 90% delle persone si ammala dopo i 50 anni ma, negli ultimi vent’anni, sono quasi raddoppiati i casi di tumore al colon-retto tra le persone al di sotto dei 50 anni. Si tratta di un aumento preoccupante, con una crescita costante tra il 2% e il 4% ogni anno, in tutto il mondo.
Sensibilizzare le persone verso fattori di rischio non modificabili quali l’età, il sesso e la familiarità e quelli modificabili quali lo screening, l’alimentazione e lo stile di vita è lo scopo di questa iniziativa, nata dall’impegno costante a supporto della comunità locale del Centro medico Blugallery.
L’incontro vedrà come relatori il dottor Piergiorgio Mosca (specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva), la dottoressa Benedetta Ferretti (specialista in Oncologia e Cardiologia), il dottor Francesco Serbassi (Biologo nutrizionista) e sarà moderato dalla dottoressa Gabriella Winni Mazzoli, specialista in Medicina Interna e Microbiologia.
Nel suo intervento il dottor Piergiorgio Mosca parlerà dell’importanza del test per la ricerca del sangue occulto nelle feci e della colonscopia, esami che consentono di individuare il tumore quando è ancora a uno stadio iniziale e quindi più facile da curare.
È dimostrato scientificamente che lo screening con il test per la ricerca del sangue occulto fecale è in grado di ridurre la mortalità per tumore colorettale e anche il numero di nuovi casi (incidenza) si riduce significativamente nelle persone che partecipano allo screening.
Tali effetti sono dovuti all’individuazione dei tumori in fase precoce e dunque con una prognosi migliore (sopravvivenza del 90% a 5 anni per tumori allo stadio I, contro un valore del 10% per quelli allo stadio IV) e all’individuazione e rimozione delle lesioni premaligne.
Lo scorso mese di marzo è stato il mese europeo sulla sensibilizzazione del tumore al colon-retto, iniziativa che non ha ricevuto la giusta eco a tutti i livelli.
Il Servizio sanitario nazionale fornisce gratuitamente gli accertamenti per la diagnosi precoce del tumore, ma il livello di copertura dello screening colorettale si attesta su valori del tutto insufficienti, intorno al 30% della popolazione target, con forte disomogeneità tra le macro aree: i maggiori livelli di copertura si registrano al Nord e i più bassi al Sud e Isole.
Negli ultimi 20 anni si è verificata una generale riduzione della mortalità per tumore al colon-retto negli ultracinquantenni, attribuibile alla aumentata consapevolezza e allo screening, tuttavia stiamo assistendo ad un aumento della incidenza dei tumori colorettali negli individui più giovani.
Un tale incremento non trova facili spiegazioni e soluzioni essendo tali individui esclusi dagli screening e per il frequente ritardo diagnostico dovuto alla sottovalutazione dei sintomi.
Per questo motivo, anche in assenza di dati scientifici, viene da più organizzazioni suggerito di anticipare l’età di inizio dello screening a 45 anni.
La dottoressa Benedetta Ferretti illustrerà i dati che più preoccupano la comunità scientifica oggi riguardo l’aumento di casi di carcinoma del colon-retto nella popolazione giovane. Questo tumore rappresenta la prima causa di morte in soggetti tra i 20 e i 49 anni, principalmente perché non si effettuano campagne di screening nei soggetti giovani e la malattia viene diagnosticata in una fase avanzata e il più delle volte metastatica.
Lo screening del sangue occulto è fondamentale per una diagnosi precoce e può garantire la guarigione, occorre perciò pensare anche ad un abbassamento del limite di età affinché questo esame possa essere effettuato su larga scala anche in Italia.
Le cause dell’aumento del carcinoma del colon-retto tra i giovani sono ancora poco conosciute: incidono sicuramente stili di vita non corretti come cattiva alimentazione, sedentarietà, obesità, stress psicologico, alterato rapporto farmaci/microbiota intestinale, ma si sta indagando anche sull’ingestione di microplastiche e sugli zuccheri complessi contenuti nelle bevande gassate, tutti fattori che hanno agito nelle generazioni a partire dal 1970.
È importante perciò educare i giovani ad avere maggiore impegno verso la prevenzione primaria e secondaria evitando comportamenti dannosi: il 24% degli Italiani fuma, il 17% abusa in alcool, il 29% è sedentario, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso.
Ricordiamo comunque che anche in fase avanzata della malattia tumorale, è possibile garantire una lunga sopravvivenza, se non la guarigione del soggetto colpito.
Grazie alla ricerca oggi abbiamo armi aggiuntive e tra queste l’immunoterapia, che possiamo utilizzare in casi selezionati con grande beneficio e scarsa tossicità.
Un’altra possibilità viene offerta dalla valutazione genetica del caso, quando sussista il sospetto di una forma ereditaria come la sindrome di Lynch.
Il dottor Francesco Serbassi nel suo intervento approfondirà le strategie alimentari attualmente a disposizione per abbassare le probabilità di ammalarsi e per aumentare i tassi di guarigione in chi ha già ricevuto la diagnosi. È interessante e promettente notare come circa il 70-80% dei casi di tumori al colon-retto siano dovuti a fattori ambientali, di cui l’alimentazione sicuramente rappresenta uno dei più importanti tra quelli modificabili.
Si parlerà di carne rossa, il cui consumo può aumentare del 20% il rischio di ammalarsi, di cancerogeni alimentari, di latticini ed alcol. Ma non solo, verranno approfondite anche le numerose sostanze che introdotte sistematicamente possono svolgere un ruolo protettivo.
Infine verranno sviscerati gli argomenti più complessi, gli stessi che attualmente sono i maggiori indiziati per l’aumento dell’incidenza di questo tumore nella popolazione giovane: microbiota, composizione corporea, insulina, fattori di crescita e infiammazione. Non solo concetti teorici, ma anche spunti concreti per vivere più a lungo e più sani.
L’evento è patrocinato dal Comune di San Severino.