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Il ritratto di Virgilio Puccitelli
Il ritratto di Virgilio Puccitelli

Ritrovate due opere per balletto di Virgilio Puccitelli datate 1642

di Alberto Pellegrino

Con l’arrivo nella Biblioteca comunale “Francesco Antolisei” di due opere mancanti si è potuta completare la raccolta dei drammi per musica di Virgilio Puccitelli. Si chiude così una lunga stagione di ricerche e di studi sulla figura di questo poeta nato a San Severino Marche nel 1599 e qui deceduto nel 1654. Questo personaggio, fino a quel momento quasi del tutto sconosciuto nel nostro Paese, è stato riscoperto per merito dell’illustre studioso del teatro polacco Julian Lewanski (1915-2003), il quale nel 1975 ha dato l’avvio alle ricerche storiche e ha promosso una serie di iniziative nella nostra città e in Polonia per valorizzare la figura e l’opera di Puccitelli, il quale è oggi conosciuto anche in Italia e non solo in Polonia e Lituania.

I due testi di Virgilio Puccitelli s’intitolano Atlante languente. Introduttione di balletto di dodeci eroi e Attioni sceniche. Apollo festante, Tancredi dolente, Achille ritrovato, Europa rapita. Sono stati rintracciati e ottenuti in copia grazie alla fattiva collaborazione della dottoressa Antonella Pascarella, responsabile della Biblioteca comunale. In un primo momento i due testi erano stati richiesti alla Biblioteca nazionale di Varsavia, ma la sua direzione ha sollecitamente risposto di non avere a disposizione le opere in questione, ma che esse erano in possesso della Biblioteca Nazionale di Svezia presso il Skokloster Castle di Stoccolma. Su richiesta della nostra Biblioteca, l’Intendente curatore delle collezioni del Castello di Skokloster, Jonas Häggblom, ha gentilmente provveduto a digitalizzare le due pubblicazioni e a farle pervenire a San Severino Marche.

1. Il Castello di Skokloster sede della Biblioteca nazionale di Svezia

Puccitelli e il balletto

Durante il Rinascimento il ballo entra a parte dei cerimoniali delle corti italiane come un passatempo per il principe e i suoi cortigiani, poi la danza comincia a diventare un vero spettacolo integrato dal canto, dal mimo e dalla recitazione per essere interpretato da nobili e nobildonne di corte che amano esibirsi come attori e danzatori. Alla fine del Cinquecento e nella prima metà del Seicento, nel mondo dello spettacolo comincia ad affermarsi il professionismo e questo richiede una specializzazione degli artisti. Come il teatro moderno pure la danza professionale nasce in Italia per merito di validi maestri di ballo che non sono solo degli insegnanti, ma anche dei bravi coreografi. Grazie alla presenza dei maestri italiani, la danza si diffonde in Europa e porta alla nascita del Ballet de Cour in Francia, del Masque in Inghilterra, dell’Entremés in Spagna. Con l’affermarsi del Barocco, il teatro diventa il luogo privilegiato per ogni forma di spettacolo, per cui il balletto assume i caratteri di una rappresentazione autonoma, oppure viene inserito come intermezzo tra un atto e l’altro di un melodramma o nel mezzo di un’azione scenica per commentare un evento, sottolineare un sentimento, accentuare il valore encomiastico del re e della sua corte. Puccitelli si pone all’avanguardia in Europa come uno dei primi autori di libretti per balletto con trame che hanno una specifica funzione narrativa di tipo drammaturgico, un linguaggio iconografico basato su scenografie e coreografie originali come si può desumere dall’analisi dei suoi testi dedicati al balletto.

La prigione d’amore (1637) è andato in scena nel nuovo teatro reale di Varsavia per festeggiare il matrimonio del re Ladislao IV con Cecilia Renata d’Austria. Il protagonista è dio Amore che è stato imprigionato in una torre, dalla quale viene liberato da Venere che appare in compagnia di dieci fanciulle che sono state anche loro liberate dalla prigionia.

Africa supplicante (1638) unisce le finalità celebrative della monarchia polacca alla moda del tempo per il gusto dell’esotico, per cui Puccitelli, che scrive questo testo in occasione del Carnevale, collega il puro divertimento alla esaltazione del valore del re Ladislao IV che si “appresta/A punir l’empio Ottomano”. Al centro della scena si erge un gigantesco elefante capace di muovere la testa, la proboscide e le zampe; sul dorso dell’animale vi è una danzatrice con una veste d’oro che impersona l’Africa; partecipano al ballo dodici danzatrici “africane” che indossano costumi ideati per comunicare una sfarzosità orientale “autenticamente barbara”.

La Maga sdegnata (1640) è un balletto concepito per il Carnevale e “impreziosito” dalla partecipazione delle dame di compagnia della Regina. La protagonista è la maga Anfesibena, che sfida Giunone per aver fatto prigioniere dieci Regine con lo scopo di sottomettere ai suoi voleri la Terra e il Cielo, l’Averno e l’Olimpo, affinché “a me ceda ogni Nume, e fin de Delo/il luminoso Dio, i suoi splendori/cangi in funesti, e tenebrosi horrori”. La maga pensa di fermare il corso dei fiumi, di trasportare monti e mari, di soggiogare con la sua “derisa potenza” la Luna e il mondo intero, ma il suo disegno scatena l’ira di Giunone che ordina alla “Maga superba e cruda” di liberare le Regine e di rinunciare al suo sogno di potere.

Il quarto libretto per il ballo scritto da Virgilio Puccitelli

Questo balletto, finora soltanto attribuito a Virgilio Puccitelli, può essere sicuramente assegnato a questo autore, perché il suo nome è stampato sul frontespizio. Il testo è costituito da due parti separate ma strettamente collegate fra loro, poiché sono state composte per essere rappresentati a Varsavia in occasione delle nozze reali tra figlia del re Ladislao IV principessa di Polonia e di Svezia Anna Caterina Costanza e Filippo Guglielmo duca di Neoburg e conte palatino del Reno.

Atlante languente. Introduttione di balletto di dodeci eroi è andato in scena il 12 giugno 1642 per anticipare e introdurre il balletto principale. L’azione scenica ha come protagonista Atlante, il mitico gigante che, reggendo sulle spalle il mondo, è oppresso dal suo enorme peso, per cui vuole vedere che cosa questo contiene. Qui abbiamo il primo coup de theatre: quando il globo si apre, appare un fascio di spighe d’oro che sono lo stemma della Casa Reale di Polonia, alla quale rendono omaggio l’Europa, l’Africa, l’Asia e l’America. Atlante e Imene augurano felicità ai reali sposi e Giove in persona scende dal cielo per unirsi ai festeggiamenti, circondato dal coro degli Dei e dal coro di dodici eroi che intrecciano una “vaga Danza”.

2. Atlante Farnese. Museo archeologico nazionale di Napoli

Il secondo libretto s’intitola Attioni sceniche. Apollo festante, Tancredi dolente, Achille ritrovato, Europa rapita ed è andato in scena il 16 giugno 1642. Puccitelli dice che questi versi, scritti sotto forma di azioni sceniche, sono dedicati alla principessa Caterina Costanza di Polonia, per cui non brillano di luce propria, ma acquistano gloria come “le stelle in cielo poi che anch’esse di propria luce splender non possono dell’altrui si adornano, e di quella risplendenti si pregiano”.

3. Apollo Belvedere

Nel Prologo Apollo e Amore scendono dal cielo per rendere omaggio agli sposi reali. In una “amena Campagna” il dio siede sulla vetta del “Colle del Parnaso”, circondato dalle Muse e da Poeti “coronati di alloro”. Nel Primo intermezzo (Tancredi dolente) Puccitelli, come aveva fatto per Armida abbandonata, trae l’argomento dal XII Canto della Gerusalemme liberata dell’amato: Clorinda e Argante hanno bruciato le macchine di guerra dell’accampamento cristiano e la guerriera, rimasta fuori dalle mura di Gerusalemme, viene attaccata e colpita a morte dal paladino cristiano che scopre di avere ucciso la donna amata; dopo averla battezzata, Clorinda muore fra le sue braccia e Tancredi cade a sua volta morto sul corpo della donna schiantato dal dolore, secondo una variante tragica introdotta dall’autore.

4. Autore ignoto. Il battesimo di Clorinda. 1625

Il Secondo intermezzo (Achille ritrovato) è incentrato sull’episodio di Achille che la madre Teti ha fatto vestire da donna e confondere tra le ancelle della raggia di Peleo per non farlo partecipare alla guerra di Troia; l’astuto Ulisse, arrivato a Sciro, mette tra i doni riservati alle donne uno scudo e una spada che vengono scelti da Achille, rivelando la sua natura maschile.

5. Giuseppe Bottani. Achille riconosciuto da Ulisse. 1778

Nel Terzo intermezzo (Europa rapita) si rappresenta il mito della bellissima principessa fenicia, di cui s’invaghisce Giove che trasformatosi in toro, la rapisce sulla sua groppa. Oltre ad Europa, gli altri personaggi sono Venere, Amore, Nettuno, i cori delle “Vergini Fenicie”, degli dei e della dee del mare.

6. Tiziano. Il ratto di Europa. 1560-62

 

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