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Commemorazione degli eccidi
Ottant'anni fa la battaglia di Valdiola e gli eccidi di Braccano e Chigiano

Ottant’anni fa la battaglia di Valdiola e gli eccidi di Braccano e Chigiano

La battaglia di Valdiola e gli eccidi di Braccano e Chigiano, il 24 marzo ‘44

Le testimonianze e i racconti di quanto vissuto, raccolti nelle varie pubblicazioni della nostra sezione, ci permettono di conoscere quanto furono duri gli ultimi mesi prima della Liberazione di San Severino avvenuta il 1 luglio ‘44 da parte del battaglione Mario.

Il 24 marzo 1944, con la prima battaglia di Valdiola inizia un periodo intenso di drammatici scontri (coordinati dal Cnl nazionale e supportati dai lanci di rifornimento degli Alleati) con i tedeschi che ripiegano dai fronti di Cassino e Abruzzo e devono raggiungere, per rafforzarla, la linea Gotica; la zona del monte San Vicino è strategicamente importante e la resistenza armata del battaglione Mario collegato anche alle altre bande partigiane deve essere stroncata.

E’ in questo scenario che si sviluppa l’operazione del 24 marzo. Duemila uomini, tra SS italiane e tedesche, alpini della divisione “Brandenburg”, militi fascisti del battaglione M “IX Settembre” alle dipendenze della Brandenburg con compiti, tra l’altro, di spionaggio e infiltrazione tra la popolazione e nelle formazioni partigiane, iniziano l’operazione di rastrellamento e accerchiamento.

Tre le linee direttrici contemporanee: da Matelica si punta su Braccano, Vinano, Gagliole; da Castelraimondo ci si dirige su Gagliole e Acquosi, i fascisti partiti da San Severino invece muovono l’attacco da Sant’Elena su Ugliano, Corsciano, Chigiano; tutta l’operazione mira a chiudere in una sacca senza via di uscita le forze partigiane presenti nella zona di Valdiola.

A Braccano militi del battaglione M “IX Settembre” riconoscono, tra la popolazione che scappa, don Enrico Pocognoni, lo prendono lo picchiano a piedi nudi è costretto a stare in una pozza d’acqua, poi in una radura gli sparano. Sono catturati, percossi ed uccisi anche Ivano Marinucci, Temistocle Sabbatini e Thur Nur.

Nel frattempo, tra Valdiola e Chigiano per l’intera giornata si combatte un’aspra battaglia. Avendo i nazi-fascisti raggiunto rapidamente Roti, sono inviati lì, da Valdiola, Salvatore Valerio e pochi volontari, ma non riescono ad arrivarci. Un primo reparto di soldati e militi fascisti marciano verso loro, Valerio ordina ai suoi di indietreggiare mentre lui resta a combattere fino all’esaurirsi delle munizioni e alla morte. Depangher comanda di disperdersi e di attaccare verso le direzioni di provenienze dei rastrellamenti. Arrivano in soccorso tutti i gruppi partigiani del San Vicino anche i britannici; muoiono in combattimento Rolando Pesaresi, Augusto Filippi, un francese rimasto ignoto e uno jugoslavo.

Nel pomeriggio nazisti e fascisti si ritirano.

A Chigiano, Lelio Castellani Umberto Lavagnoli Piero Graciotti Francesco Stacchiotti Giuseppe Paci, mentre tentano di portare aiuto al gruppo Roti, sono catturati dai fascisti e dalle SS italiane e tedesche, seviziati e buttati giù dal ponte ancora vivi. Il russo Jossin Dimitroff, costretto ad assistere allo scempio è fucilato verso Corsciano.

d.b.