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Studenti dell'Accademia in Pinacoteca
Studenti dell'Accademia in Pinacoteca

Studenti dell’Accademia in Pinacoteca per il restauro del dipinto di Allegretto Nuzi

Nella mattinata di giovedì 19 maggio, alcune studentesse del secondo anno del Corso quinquennale di Restauro dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, hanno fatto visita al cantiere di restauro, nella Pinacoteca comunale di San Severino, del dipinto di Allegretto Nuzi, raffigurante la “Madonna dell’Umiltà”, per parlare direttamente con il restauratore responsabile del progetto Giacomo Maranesi. Non è la prima comitiva a visitare il lavoro di restauro: in questi ultimi mesi, vari gruppi, di scolaresche e di turisti, hanno potuto assistere, nella pinacoteca, all’intervento conservativo in diretta, e parlare così con i restauratori all’opera per avere indicazioni sulla natura del lavoro da loro svolto.

Giacomo Maranesi e la sua collega Giulia Leggieri, entrambi restauratori formatisi presso la Scuola di Restauro dell’Accademia maceratese, hanno realizzato già importanti lavori, tra cui il restauro di opere quattrocentesche di Jacobello del Fiore a Fermo e il sipario storico del teatro Marcantini di Ripatransone. I due professionisti hanno cominciato il restauro dell’opera di Nuzi nell’agosto del 2021, in seguito, la pala d’altare è stata trasferita in ottobre a Fabriano per la mostra Allegretto Nuzi e il ‘300 a Fabriano, per poi tornare da noi a febbraio per completare il lavoro di recupero.

Maranesi, parlando con le giovani studentesse dello stesso corso di Restauro dove, come detto, lui stesso si è diplomato, ha raccontato l’esperienza di questo lungo lavoro di recupero della pregevole pala d’altare, una tempera su tavola realizzata dall’artista fabrianese nel 1366: «Il recupero dell’opera è particolarmente laborioso, per via delle modifiche che ha subito nel tempo. È già stata restaurata diverse volte in passato e, nel corso del Novecento, sono ben tre gli interventi accertati che ha subito: nel 1911, nel 1933 e nel 1965. L’intervento del ’33 è quello che è stato più invasivo nei confronti della “materia” costitutiva dell’opera, perché ha portato ad una forte modifica dei colori del volto della Madonna e ad un importante mutamento strutturale riguardante il supporto ligneo della pala. Ora, si tratta di dover recuperare al meglio l’originalità del lavoro, il colore del volto e colmare le numerose ed ampie lacune della pellicola pittorica nel modo meno invasivo possibile. L’operazione è lunga, ma è questo ciò che il restauro richiede: il tempo per recuperare, al meglio delle condizioni possibili, la vera natura dell’opera, avvicinarcisi il più possibile».

Dopodiché, le allieve del corso hanno concluso con la visita al resto della pinacoteca comunale, dove hanno potuto apprezzare le altre opere degli importanti artisti presenti, come i fratelli Salimbeni, Pinturicchio, Nicolò Alunno e Lorenzo d’Alessandro.

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