Esprimono «profonda preoccupazione, indignazione e rammarico per l’ennesima notizia che i lavori della nuova sede della scuola potrebbero non proseguire» i componenti del Consiglio d’Istituto dell’Itts “E. Divini” di San Severino.
«Il Cdi non vuole entrare assolutamente nel dibattito politico che si sta sviluppando in città – scrivono la presidente Roberta Ricci ed il dirigente scolastico Sandro Luciani -; è però costretto a constatare che infiniti ostacoli si sono posti fin dall’inizio alla realizzazione di un’opera indispensabile per studenti, personale scolastico, famiglie e collettività settempedana. In un momento in cui le aziende ci chiedono sempre di più diplomati-tecnici da assumere, richieste a cui non riusciamo a rispondere adeguatamente; in un periodo in cui i cospicui fondi del Pnrr consentono di acquistare nuovi strumenti per la didattica e dare vita a numerosi corsi di aggiornamento, i lavori della nuova sede non solo non procedono speditamente, ma rischiano addirittura di fermarsi. L’ultimazione della nuova palestra – prosegue la nota – non risolve il problema di fondo, che rimane la realizzazione e la consegna dell’edificio principale dove i lavori sono fermi ormai dal novembre scorso».
I membri del Cdi si dichiarano veramente amareggiati e delusi perché «un’opera dello Stato che dovrebbe avere priorità assoluta sta soggiacendo a lungaggini amministrative, incomprensibili per i più, e ad accordi disattesi tra le parti coinvolte. Se il nuovo ‘Divini’ non vedesse la luce a chi gioverebbe? Non certo alla cittadinanza, né agli abitanti dei Comuni limitrofi, in particolare dell’Alto maceratese. Testimoni dell’infaticabile attenzione che il sindaco Rosa Piermattei ha rivolto in questi anni alla realizzazione della scuola, intervenendo anche per telefono alla seduta del Cdi, rivolgiamo un accorato appello al commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, e al presidente della Provincia proprietaria degli istituti superiori, Sandro Parcaroli, affinché si adoperino in ogni modo per fare ripartire i lavori e concludere l’opera, ridando speranza a tutta la comunità. Se così non fosse dovremmo assistere all’ennesima sconfitta dello Stato che, pur avendo concesso il finanziamento, a distanza di ben 7 anni dal sisma non riesce ancora ad aprire una scuola essenziale per lo sviluppo e il rilancio del territorio».
Lu.Mus.