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Elcito, "gioiello" della Riserva
Elcito, "gioiello" della Riserva

“Delle risalite meccanizzate e di altre problematiche cittadine e di bandi europei”

Si ritorna a parlare di risalite meccanizzate. Concordo pienamente con chi sostiene che le stesse possano avere maggiore successo in castelli come Carpignano o Pitino. Il problema di fondo, direi, concerne altro. Non è solo preservare la nostra Shangri-La, Elcito. Un posto anche del cuore, un posto incontaminato, che piace proprio perché è intatto. Il concetto è, ancora una volta, di ordine politico. E’ infatti incredibile che un’autoproclamata politica del cambiamento, del nuovo, dello stesso decisionismo e degli optimates, proponga – per paradosso – un progetto di quasi quarant’anni fa, peraltro incompleto perché carente della pista per lo sci d’erba. Ancora di più, tuttavia, colpisce lo stesso metodo decisionista, che porta a decidere, come successo per molte iniziative (vedere su tutti: chiosco dei giardini pubblici) non mettendo al centro la partecipazione di tutti i cittadini, come sarebbe giusto per legge, ma l’illuminazione particolare di menti di migliori di San Severino.
Purtroppo, però, non solo in diritto, ma anche nella gestione della cosa pubblica, non è la moda che deve prevalere, bensì l’interesse del paese assieme alla cura concreta degli interessi pubblici, perché, se ai giardini si vuol fare un mega chiosco, purtroppo le visioni di grandezza cozzano con la concretezza delle cose. E quest’estate, di fatto, si è tolto ai giovani e alla cittadinanza intera un luogo di aggregazione.

Peraltro, a conclusione di questo discorso, se ognuno di noi porta la propria visione, allora sia anche questa: chi scrive, a Cesena, non ha mai avuto modo di vedere che chioschi in parchi pubblici siano di dimensioni inappropriate e tese a danneggiare, di fatto, cittadinanza e beni culturali.
Così è per Elcito. Frequento, per lavoro, Ancona. Ebbene: tutti mi dicono della sua bellezza perché è un luogo incontaminato. Se dunque cominciamo a costruire impianti di risalita, se cominciamo a far diventare anche Elcito un parco divertimenti, credete che la gente verrà più?
Oltretutto, proprio per preservare un borgo incontaminato come questo e a dimostrazione della poca attenzione non solo a bandi europei, ma anche alle caratteristiche di un paese che evidentemente non si ha a cuore, bisogna invece rilevare che il borgo, in più punti, presenta dei crolli, i quali necessitano di un intervento urgente perché l’usura non provochi altri danni.
Ebbene: se si deve quindi partecipare a un bando, se si deve preservare la bellezza, un luogo incontaminato, per la stessa caratteristica dei luoghi che sono apprezzati da tutti e che possono portare visitatori non si abbia a riferimento il voler colmare le lacune della Prima Repubblica. Non si abbia a riferimento il decisionismo. Si abbia invece dentro di sé il paese. Perché solo con l’avere dentro di sé il paese si possono capire le sue caratteristiche.
E forse si potranno anche capire le funzionalità e le caratteristiche di bandi europei.

Michele Vissani

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