Avventure sui pedali. Sono quelle che raccontano gli amici del “Bike zone” per le colonne del Settempedano. Una rubrica che crediamo interessante, non solo per gli appassionati della bicicletta.
L’ultima “missione”, in ordine di tempo, è stata quella di Gionata Ghergo e Michele Lini, che hanno affrontato, a fine aprile, il Veneto Gravel: un percorso di circa 720 chilometri, con un dislivello positivo di 4.300 metri. Per affrontarlo non c’è un limite di tempo, ognuno va secondo il suo passo.
Ecco la loro storia.
“Nonostante le pessime condizioni meteo, decidiamo comunque di partire. Arriviamo a Piazzola del Brenta, pioviccica. Ritiriamo i pettorali, facciamo la foto di rito e via… Alle 16.30 di venerdì 22 aprile l’avventura inizia. Lasciamo Piazzola attraversando Villa Contarini e pedalando su stradine di campagna arriviamo nella stupenda Bassano del Grappa, poi attraversiamo Valstagna Arsiè e alle ore 22 decidiamo di fermarci a Seren del Grappa, dove abbiamo trovato un’ottima accoglienza in un piccola pizzeria con camere annesse. La mattina seguente sveglia presto e alle 7.30 eravamo gia in sella. Un po’ di discesa, i chilometri scorrono veloci fino a Feltre che attraversiamo passando per il suo centro storico. Poi si torna a salire e giungiamo a Belluno verso le 11. Al check point abbiamo un piacevole incontro con il nostro compaesano Christian che si è trasferito lì da qualche tempo.
Quindi, proseguiamo lungo la valle attraversando Soverzene, Farra d’Alpago, Vittorio Veneto, Conegliano e Oderzo, e ammirando infinite distese di vigneti del prosecco. Da qui iniziano lunghissimi e poco scorrevoli argini di ghiaia dei vari canali. Passiamo a San Stino di Livenza, Salute di Livenza e nella bellissima Caorle. Sono ormai le 20 circa. Doccia e cena veloce, poi – visto che anche questa seconda giornata è stata per qualche ora sotto la pioggia – approfittiamo di una vicina lavanderia self service per un’asciugatura completa del nostro abbigliamento.
La domenica mattina, contro tutte le previsioni, c’è finalmente il sole! Abbiamo dormito un po di più, perché il giorno prima (sabato) avevamo percorso 180 km… Quindi, con comodità, alle 8 ripartiamo. Finalmente di giorno ci godiamo la stupenda Caorle. Lungo la ciclabile che costeggia la laguna veneta attraversiamo Jesolo e in lontanza vediamo Venezia. A Quarto d’Altino imbocchiamo la stupenda greenway del Sile che ci porta direttamente a Treviso. Tutta su strada bianca, attraverso il Parco del Sile e accanto all’omonimo fiume risorgivo.
Entriamo a Treviso costeggiano i vecchi canali navigabili di un tempo e incontrando una sorta di cimitero di barche storiche molto suggestivo. Non poteva mancare poi un ottimo spritz in Piazza dei Signori.
Uscendo da Treviso la traccia ci fa imboccare la Ostiglia-Mantova, una ciclabile mista terra-asfalto ricavata da una vecchia ferrovia dismessa, molto ben curata, dove ogni tanto si possono incontrare ancora tratti di rotaia e vecchie stazioni. La stanchezza comincia a farsi sentire, ma il bel tempo e la meta sempre più vicina ci fanno pedalare ancora con vigore. Raggiungiamo un altro gruppetto e facciamo gli ultimi chilometri insieme.
Abbiamo conosciuto molti partecipanti, quasi tutti del nord o al massimo della Toscana. Naturalmente abbiamo parlato di bici, di posti e con stupore ci sentiamo dire che conoscono le nostre zone. Hanno anche partecipato a giri organizzati qui da noi e vogliono tornarci ancora in bici. Anche questo ci dà forza e soddisfazione. Segno che le Marche in generale, ma anche noi nel nostro piccolo a San Severino, stiamo facendo bene.
Facciamo un pit-stop con un paio di toast e poi dritti fino all’arrivo. Alle 16 in punto terminiamo questa avventura. Non una gara appunto. Ma un’avventura, un viaggio, una scommessa con se stessi”.
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