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Bertolaso e Zura al "Ponte dei canti" per il concorso dell'olio nuovo
Bertolaso e Zura al "Ponte dei canti" per il concorso dell'olio nuovo

Anche Guido Bertolaso al concorso per l’olio nuovo 2021

La pandemia non ferma il concorso per l’olio nuovo di San Severino, organizzato da oltre 15 anni da un gruppo di appassionati settempedani. La formula è rimasta la stessa: privati provenienti da tutte le Marche inviano a un panel di esperti i campioni dell’olio; i giurati li assaggiano uno ad uno, determinandone le caratteristiche salienti e dando un punteggio; la sera di San Martino viene svelata la classifica generale.

Tra i concorrenti anche l’ex numero uno della Protezione civile, Guido Bertolaso, il quale, con un campione di olio prodotto nella sua tenuta marchigiana, ha regolarmente preso parte alla serata al Ponte dei Canti assieme alla moglie.

Quest’anno la raccolta è stata inferiore agli altri anni e molti frantoi sono in perdita per la bassa qualità di olive macinate, ma gli olivicoltori hanno partecipato numerosi al concorso.

Al primo posto fuori concorso, l’olio del settempedano Luigi Zura Puntaroni, che è tra gli organizzatori del concorso, prodotto in località Pieve di San Severino, mix di orbetana, coroncina e piantone di Mogliano.

Al secondo posto l’olio di Andrea Marrocchi prodotto in località Cerquetana di Cingoli, al terzo posto l’oro verde di Luisa Ciarapica, da B.Paterniano di Potenza Picena, al quarto l’azienda agricola Fiordoliva di Montefano, al quinto posto l’olio di Manuela Foresi da Montecanepino di Potenza Picena: tutti hanno avuto un punteggio superiore ad otto.

Spiega Luigi Zura Puntaroni: «La stagione ha condizionato la raccolta delle olive che si presenta sotto la media, ma nel complesso è un’annata di qualità, perché l’estate asciutta e secca ha fatto in modo che non ci siano stati la mosca o i parassiti, con un raccolto di qualità assoluta. Il problema si presenta per i frantoi, i cui proprietari hanno investito nel rinnovo degli impianti. Quando non riescono a macinare nemmeno 3 mila quintali di olive vanno in perdita. Il settore dell’olio è sempre stato condizionato dalla stagionalità, con alti e bassi».

Quella che manca, secondo il produttore di olio settempedano, è la consapevolezza tecnica di come trattare gli ulivi: «Molti piantano ulivi in modo disorganizzato, quando qualche anno dopo si va a fare la raccolta, se sono messe in una zona scomoda le olive sono difficili da raccogliere. Se gli ulivi non si trovano in una zona adatta rendono poco. Manca una cultura professionale nel settore dell’olio, come invece si registra in altre zone, probabilmente arriverà anche qua. A volte nella promozione del territorio legata a prodotti dop o igp ci sono tante dichiarazioni d’intenti, ma poca sostanza. Negli ultimi anni abbiamo cercato di alzare il livello di chi produce, indipendentemente dalle etichette, noi parliamo di un prodotto di base di assoluta qualità, poi arriva l’estimatore della qualità. La qualità che si sostanzia nel prodotto porta poi alla consapevolezza del suo valore, anche in termini di mercato. Il territorio ed i ristoranti beneficiano di questo valore aggiunto».

La siccità ha avuto riflessi sulla consistenza dell’olio nuovo; spiega Zura Puntaroni: «L’olio di quest’anno ci ha un po’ deluso, probabilmente a causa della siccità, nonostante questo abbiamo raccolto 140 partecipanti, con la collaborazione del frantoio Fratoianni. L’olio presenta meno sapore, meno profumo, meno amaro, meno piccante, questo dappertutto… Pensiamo che sia dovuto alla stagione, altrimenti non si spiega».

Durante la serata è stata esposta una copia di un documento di archivio del Comune di San Severino che riporta i dati e il numero di piante dei 642 olivicoltori allora esistenti nella realtà settempedana.

 

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