“Ho apprezzato molto l’iniziativa di candidare il centro storico di San Severino tra i borghi più belli d’Italia, ma penso che per meritare questo ambito titolo il centro della nostra città dovrebbe essere oggetto di maggiori attenzioni da parte della Civica amministrazione settempedana. Osserverei anche che la candidatura non dovrebbe essere riferita alla Città di San Severino, che, appunto, essendo tale, non può essere declassata dal suo ruolo, ma al solo borgo di San Severino al monte, ovvero il “castello” tanto caro ai settempedani”.
Inizia così la conversazione con il dottor Giuseppe Moretti, già dirigente medico dell’Asur (da qualche anno in pensione), che risiede in via Massarelli, una delle più importanti vie del centro storico di San Severino. Ci incontriamo per fare il punto della situazione perché in questo periodo dell’anno ci sono in giro molti turisti fra i vicoli del “cuore” cittadino e qualcosa stona anche ai loro occhi. “Ho più volte lamentato, in modo amichevole, alcuni inconvenienti che rendono gli antichi quartieri della Città non esattamente degni del prestigioso titolo”, spiega Moretti mettendo l’accento su alcuni “problemi che quotidianamente noi abitanti viviamo e ai quali, a mio parere, è necessario porre un rimedio”.
La veduta della città
In passato, da qualsiasi parte si provenisse, l’ingresso alla città era molto scenografico, con vista delle due torri e del Castello al monte. Ora le cose sono cambiate: a chi proviene da Macerata è offerta come benvenuto la vista di un centro commerciale, mentre chi giunge da Tolentino si trova al cospetto delle Sae, realizzate nell’urgenza del terremoto. Non sarebbe poi un gran problema, ma avvicinandosi ancora ci si rende anche conto che in ogni modo ormai la veduta degli edifici del “castello” è impedita dalla crescita di alberi di nessun valore, i quali non permettono di godere in modo soddisfacente della vista degli edifici che compongono l’insieme dell’antico borgo ed in particolare del muraglione di via San Francesco. Inoltre è quantomeno criticabile, con tutto il rispetto, l’illuminazione della statua della Vergine con led a luce fredda invece che a luce calda, molto più gradevole alla vista.
La situazione igienico-sanitaria
Nelle vie e nei vicoli del centro l’igiene lascia molto a desiderare. Veramente indecenti i cumuli di rifiuti che quotidianamente si accumulano sul sagrato della chiesa di San Filippo, all’incrocio di via Massarelli con via Indivini, nonché presso la Porta San Paolo. La soluzione di questo problema potrebbe essere uno spostamento dei siti di raccolta in luoghi diversi, meno impattanti. Soluzione valida anche per altre aree di stoccaggio presenti in città, davvero brutte a vedersi.
Un’altra criticità è rappresentata dalla sporcizia e soprattutto dalle deiezioni dei nostri amici a quattro zampe che, talora lasciati liberi dai proprietari, fanno i loro bisogni solidi ovunque, addirittura davanti agli ingressi delle abitazioni. Non esiste angolo, muro o addirittura portone che non diventi luogo utilizzato per lasciare la propria urina da parte dei simpatici quadrupedi, i quali non hanno alcuna colpa se non quella di avere dei padroni maleducati.
“Ho provveduto a segnalare più volte questa situazione in modo amichevole – sottolinea il dottor Giuseppe Moretti – alle competenti autorità comunali, ma senza alcun risultato”.
In tema di igiene va anche ricordato il problema dei piccioni che in estate si avverte di meno perché questi volatili si traferiscono nella campagna circostante. Ma già in autunno torneranno a popolare le abitazioni del nostro centro storico, provocando disagi e pericoli non solo ai residenti. E certamente i luoghi imbrattati dalle loro sporcizie non sono una bella cartolina per San Severino. Occorre quindi trovare delle soluzioni idonee al contrasto di questa massiccia presenza.
Da ultimo, si segnala la scarsità di cestini per la raccolta rifiuti. Osservazione, questa, estendibile a tutto il centro urbano.
La via e la chiesa di San Rocco
Esiste da molto tempo, inutilizzata, un’impalcatura in via San Rocco che si affaccia anche sulla piazzetta dove si trova la facciata della chiesa dedicata a San Rocco e non offre certamente una positiva immagine ai visitatori dell’edificio di culto, che da qualche tempo ospita una pregevole pala d’altare attribuita al Pomarancio o, più recentemente, a Baccio Ciarpi, recuperata con il contributo di associazioni (tra le quali il Rotary Club di Tolentino) e di privati. Quest’opera, purtroppo, non è ancora facilmente visibile a causa della chiusura della chiesa, che può essere aperta prendendo accordi con il custode (cosa non semplice per chi viene da fuori città) o rivolgendosi alla Pro loco. Tale associazione organizza una visita, nell’ambito di un percorso turistico, una sola volta alla settimana. Totalmente mancanti sono un’adeguata segnaletica stradale e degli opuscoli promozionali.
Il traffico
E’ un’ulteriore criticità del centro, assieme alla fruizione dei posti auto. Come documentato all’assessore competente, mediante l’invio del riferimento legislativo, basterebbe semplicemente delimitare con strisce gialle i parcheggi riservati ai residenti e con strisce bianche quelli liberi a tutti. Inoltre sarebbe possibile ordinare meglio gli spazi-auto a beneficio degli utenti sia nelle zone riservate alla sosta dei residenti del centro sia in quelle di libero accesso (ad esempio largo Servanzi Confidati). Ciò per eliminare lo spreco di spazio dovuto alla naturale tendenza degli automobilisti a lasciare eccessiva distanza tra la propria e le altrui vetture.
“Per il traffico veicolare, anche se immagino che la mia opinione non troverà molti consensi, penso che sarebbe opportuna l’istituzione di varchi di accesso per limitare il traffico a quello strettamente locale – rimarca il dottor Moretti -. Questo consentirebbe di migliorare il livello di sicurezza dei pedoni e di limitare il traffico notturno che comporta il passaggio ad alta velocità di rumorosi veicoli di ogni genere, con relativo rischio di incidenti, peraltro accaduti in passato senza per fortuna gravi conseguenze alle persone. Ritengo sarebbe utile limitare la velocità dei mezzi mediante il posizionamento, come previsto dalla normativa, di dossi artificiali a effetto vibratorio, costituiti da elementi in rilievo con zebrature gialle e nere parallele alla direzione di marcia, di larghezza uguale sia per i segni che per gli intervalli, visibili sia di giorno che di notte. Auspicabile anche la limitazione della velocità a 20/30 chilometri orari”.