“Sul fronte sportivo, sia nel beach che nella pallavolo, la tensione agonistica inizia a salire. Il livello delle partite cresce ogni giorno di più. Quando inizieranno le fasi ad eliminazione diretta assisteremo a una battaglia in ogni gara”. E’ il giudizio di Roberto Taddei, inviato in Giappone per la “Data Project”, l’azienda di Bologna che cura la parte elettronica del “dietro le quinte” del volley. Continua così il suo “diario olimpico” direttamente da Tokyo e, al di là dell’aspetto prettamente sportivo, dedica una “pagina” anche al cibo.
“Inizio con il dire che ho mangiato sia al ristorante che nei supermercati aperti H24. Ho assaggiato non solo il cibo giapponese, ma anche i piatti di carne, pesce, pizza e pasta! Ebbene sì, ci sono ristorantini e taverne con nomi italiani – e altri prettamente giapponesi – che sanno fare la pasta e la pizza come in Italia!
Il loro cibo da asporto, che si trova nei supermarket aperti H24, è favoloso. Si tratta, per lo più, di spiedini di carne di ogni genere, fatti a palline e ricoperti di una sottile panatura adatta a trattenere le loro tipiche salse. Davanti al nostro hotel c’è una catena di self service molto famosa qui in Giappone, inventata ovviamente da un italiano. Questo locale è gestito da un altro italiano che quando ci vede fa sempre festa assieme a noi. Ci vizia con le sue pizze e va lui personalmente a farci il caffè espresso! Già, il caffè è un problema. Lo fanno troppo lungo. E non c’è verso di fargli capire che andrebbe bene anche solo la metà! Ma niente da fare: se la tazzina non è piena, non sono contenti.
Se avrò modo, una volta finita la quarantena controllata dei 14 giorni dall’arrivo, andrò in un tipico ristorante di pesce giapponese, dove preparano pesce di ogni tipo. Intanto, il sushi che siamo abituati a mangiare in Italia, qui lo vendono al supermarket in vaschette preconfezionate! È considerato cibo frugale, veloce. Quasi da asporto per un pranzo veloce in piedi”.